Industria 4.0, le imprese italiane si muovono (ma ancora a piccoli passi)


Articolo
Maria Rosaria Della Porta
imprese

Le aziende italiane 4.0 si muovono a piccoli passi. È il ministero dello Sviluppo economico a rivelarlo con il rapportoLa diffusione delle imprese 4.0 e le politiche: evidenze 2017” pubblicato lo scorso 4 luglio e realizzato in collaborazione con la società di ricerche Met. Si tratta di un’indagine basata su un campione di 23.700 realtà produttive rappresentative dell’industria in senso stretto e dei servizi relativi, di tutte le classi dimensionali e di tutte le regioni italiane, che cerca di indagare il fenomeno della quarta rivoluzione industriale nel nostro Paese.

Sul totale delle aziende manifatturiere, le imprese 4.0 – quelle che utilizzano almeno una tra le nuove tecnologie (es. robot collaborativi o interconnessi, stampanti 3D, realtà aumentata, nanotecnologie e materiali intelligenti, Industrial Internet of Things, Cloud, Big Data, etc.) – sono l’8,4%, a cui si aggiunge un ulteriore 4,7% che seppur non attualmente coinvolte hanno in programma investimenti specifici nei prossimi tre anni. Le imprese “tradizionali”, invece, sono ben l’86,9% del totale, in pratica la stragrande maggioranza della popolazione industriale. Un dato, quest’ultimo, che testimonia quanto sia ancora lunga la strada da percorre verso un’Italia 4.0.

Se si osserva il dettaglio per classe dimensionale, si nota che la propensione ad adottare queste tecnologie aumenta in maniera significativa con il crescere delle dimensioni aziendali: già al di sopra dei 10 addetti le imprese 4.0 rappresentano il 18,4% del totale delle pmi, tra i 50 e i 249 addetti si raggiunge il 35,5 fino a toccare il 47,1% delle iaziende con almeno 250 addetti.

Sono, dunque, le grandi realtà produttive con personale qualificato a guidare la quarta rivoluzione industriale nel nostro Paese. Com’è noto però, il panorama italiano è prevalentemente costellato da micro e piccole imprese: una circostanza che influisce sulla non così entusiasmante diffusione dell’Industria 4.0 in Italia, soprattutto nel Mezzogiorno dove le imprese 4.0 sono pari al 6,1% contro il 9,2% del Centro-nord.

Nella maggioranza dei casi, il numero di tecnologie utilizzate è davvero esiguo: il 62,4% delle aziende si avvale di una sola o, al massimo, di due tecnologie. Solo nelle grandi imprese la “cassetta degli attrezzi” si amplia, comprendendo differenti tecnologie all’avanguardia: oltre il 60% di queste utilizza almeno quattro tipologie di applicazioni 4.0.

Nel prossimo futuro, però, sembra che le imprese italiane intendano incrementare gli investimenti in tecnologie innovative: il 10% prevede almeno un intervento nel prossimo triennio, percentuale che aumenta sensibilmente nelle aziende con 10-49 addetti (22,5), fino a raggiungere circa un terzo delle imprese di media e grande dimensione.

Le ragioni di tali investimenti risiedono nel raggiungimento di determinati obiettivi associati all’utilizzo delle tecnologie 4.0. In particolare, il 63,4% degli imprenditori intervistati spera di ottenere un miglioramento della qualità dei prodotti e la minimizzazione degli errori, seguono l’aumento della produttività (46,3%) e la flessibilità della produzione (25,3%).

In questo contesto, in cui le imprese dimostrano di voler investire e innovare, gli strumenti agevolativi previsti dal piano “Impresa 4.0” costituiscono uno stimolo importante. Il 56,9% delle aziende 4.0 ha dichiarato di aver utilizzato almeno un incentivo di sostegno pubblico mentre il 32,1% delle imprese che intendono fare un investimento in tal senso nel prossimo triennio ha affermato di avvalersi di iper o superammortamento.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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