Car sharing, Asia ed Europa guidano la rivoluzione della mobilità condivisa


Articolo
Maria Rosaria Della Porta

Il numero di utenti che utilizza il car sharing sta crescendo, così come la quantità di veicoli in circolazione. L’interesse aumenta, ma ancora sono presenti alcuni ostacoli da superare. Tra questi, il costo e l’affidabilità del servizio.

Oggigiorno le persone aprono le loro case agli altri (ad esempio Airbnb), condividono i loro viaggi (ad esempio BlaBlaCar) e fanno addirittura finanziamenti collettivi per sostenere progetti creativi (ad esempio Kickstarter). Dall’idea di condividere le cose nascono ormai modelli di business di successo e il caso della shared mobility è proprio uno di questi.

La mobilità condivisa è uno dei principali temi affrontati dallo studio condotto dall’Istituto per la Competitività (I-Com) – dal titolo “New Mobility. Matching the data revolution and the sustainability challenge” – e presentato ieri al Parlamento europeo. Il rapporto – curato dal presidente I-Com Stefano da Empoli – fornisce anche un approfondimento sulla mobilità elettrica e sui carburanti alternativi e si concentra su questioni già oggi nevralgiche come le auto connesse, l’IoT, il 5G, i veicoli a guida autonoma.

In particolare, tra le forme di trasporto condivise, il car sharing è quello più diffuso, con un numero crescente di clienti e ricavi in aumento. Già nel 2016 era operativo in 46 Paesi e 6 continenti: le stime parlano di oltre 2.000 città con servizi di mobilità condivisa e circa 15 milioni di utenti che condividevano oltre 157.000 veicoli. Secondo i dati pubblicati dall’Università della California Berkeley, sia gli utenti che i veicoli sono aumentati in modo esponenziale tra il 2014 e il 2016, con un tasso di crescita rispettivamente del 211 e del 51%.

L’Asia – con il 58% di utenti a livello mondiale e il 43% delle flotte car sharing – rappresenta il primo mercato al mondo, seguita dall’Europa che conta il 29% di utenti e il 37% di veicoli car sharing e dal Nord America (12% di utenti e 17% di auto condivise). Parigi, Londra, Berlino, Milano, Roma, Madrid, Torino e Firenze sono le città europee dove è disponibile il più elevato numero di veicoli e dove la mobilità condivisa è più diffusa. Secondo alcune stime, Parigi si colloca al vertice della classifica con 3.827 veicoli di car sharing, seguita da Londra (2.800) e Berlino (2.070).

L’impressionante crescita della mobilità condivisa evidenzia, dunque, quanto queste nuove opzioni rappresentino già un’alternativa. Le persone sono sempre più disposte a rinunciare a utilizzare un veicolo privato per il comfort e la facilità di un’opzione condivisa in grado di soddisfare le loro esigenze di mobilità: nonostante le dimensioni di questo mercato non siano ancora pienamente definite, è probabile che questa tendenza, in futuro, continui a crescere.

Secondo un’indagine condotta da Ing Bank nell’ottobre 2018, quasi il 7% degli europei con una patente di guida dichiara di usare il car sharing, mentre il 23,5% ne prenderebbe in considerazione l’utilizzo nel prossimo anno. L’interesse aumenta tra le persone che non possiedono un’auto e che usano il trasporto pubblico come principale modalità di viaggio. Anche chi vive in aree metropolitane, dove i parcheggi sono limitati, mostra un alto interesse verso la mobilità condivisa.

Il 62% degli intervistati prevede di utilizzare il car sharing per tre motivi principali: basso costo, maggiore sostenibilità e alternativa flessibile alla proprietà dell’automobile. Invece, il 38% degli intervistati dichiara che non utilizzerà mai il servizio di mobilità condivisa. Un altro dato da sottolineare che emerge dallo studio I-Com è che il 61% degli intervistati sarebbe disposto a condividere la propria automobile in cambio di denaro.

L’interesse verso il car sharing è, dunque, presente in molti europei ma ci sono, tuttavia, alcuni ostacoli che devono essere superati. Sebbene i costi siano stati menzionati come una motivazione per utilizzare questo servizio, molti cittadini li considerano anche il principale ostacolo all’utilizzo dell’auto condivisa: il 20% degli intervistati abbasserebbe il costo dei servizi di car sharing. Il 12% delle persone vorrebbe, invece, che l’affidabilità dei servizi migliorasse. Gli utenti vogliono avere la certezza di poter contare sul car sharing per soddisfare i propri bisogni quando necessario.

Questo articolo è stato pubblicato su Eunews, lo puoi leggere qui

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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