Il presente e il futuro dell’innovazione. I campioni mondiali e le iniziative italiane


Articolo
Silvia Compagnucci

La parola d’ordine degli ultimi anni per le imprese è senza dubbio “innovazione”. In un mondo che vola sulle ali della tecnologia, in cui la forza di un’impresa si misura sempre di più nella capacità di lanciare nuove tendenze, la classifica annuale “The most innovative companies” di Boston Consulting Group fotografa la capacità di innovare delle imprese e offre importanti spunti di riflessione.

Per la prima volta, dopo oltre 10 anni, nel 2019 Apple perde la propria egemonia e si posiziona al terzo posto, a vantaggio di Google e Amazon che sono rispettivamente prima e seconda. A seguire Microsoft e Samsung, quarti e quinti in classifica. Il rapporto mette in luce l’ingresso nella top 50, per la prima volta dal 2010, del sud America, con la brasiliana Vale. Se a primeggiare sono le imprese americane, le europee occupano ben 16 delle prime 50 posizioni della classifica con 6 new entry: 2 tedesche, 2 olandesi e 2 inglesi. La prima tra quelle del Vecchio continente è Adidas che si posiziona al decimo posto, seguita da Basf e Siemens, rispettivamente al dodicesimo e sedicesimo.

Analizzando le diverse percezioni dell’innovazione nelle varie regioni del mondo, emerge come gli intervistati europei siano quelli che gli riconoscono una maggiore importanza. Il 41%, infatti, la considera la priorità assoluta per le sue imprese. Al contrario, solo il 18% degli intervistati in Australia e Nuova Zelanda assegna all’innovazione il primo posto nella graduatoria. Quanto agli ambiti oggetto di innovazione, è interessante evidenziare il ruolo da assoluta protagonista della tecnologia digitale: ben 6 degli 8 aspetti principali dell’innovazione che, secondo gli intervistati avranno un impatto maggiore entro 3-5 anni, sono legati al digitale: in particolare, le piattaforme tecnologiche, la rapida adozione di nuove tecnologie, il design digitale, i big data, il mobile e l’Intelligenza artificiale. Quest’ultima spicca per importanza, con il 90% del campione che ha rivelato investimenti delle proprie aziende nei macchinari dotati di automazione. L’Italia purtroppo non figura nelle top 50, sebbene l’innovazione sia percepita come una priorità dal 95% delle persone.

Consapevole dell’importanza dell’innovazione, il ministero dello Sviluppo economico ha lanciato il portale Incentivi.gov.it con un Vademecum ragionato degli incentivi per lo sviluppo (il “catalogo” degli incentivi) disponibile online e in formato cartaceo. Si tratta di sostegni che riguardano l’avvio di una nuova impresa, gli investimenti in innovazione, la crescita, il rafforzamento patrimoniale, gli investimenti in macchinari, impianti e software, l’internazionalizzazione, gli investimenti in formazione, in ricerca e sviluppo, in efficienza energetica, in nuove assunzioni, fino ad arrivare agli sgravi fiscali. Insieme a questa iniziativa, lo stesso ministero ha lanciato il Fondo nazionale innovazione che, con una dotazione iniziale di un miliardo di euro, verrà gestito dalla Cassa depositi e prestiti attraverso una cabina di regia che ha l’obiettivo di riunire e moltiplicare risorse pubbliche e private dedicate al tema strategico dell’innovazione. Lo strumento operativo di intervento del Fondo nazionale è il Venture Capital, ovvero investimenti diretti e indiretti in minoranze qualificate nel capitale di imprese innovative con Fondi generalisti, verticali o Fondi di Fondi, a supporto di startup, scaleup e Pmi innovative.

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.

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