La sostenibilità rappresenta sempre più un valore per i grandi gruppi industriali italiani. A testimoniarlo è l’aggiornamento del Dow Jones Sustainability Index World e del Dow Jones Sustainability Index Europe, due tra i più importanti indici borsistici di sostenibilità a livello globale ed europeo: da venti anni, ogni anno, viene pubblicata la classifica di performance delle più grandi società al mondo, elaborata sulla base di una serie di indici che misurano la responsabilità economica, sociale e ambientale d’impresa.
Sono diverse le realtà imprenditoriali del nostro Paese che si distinguono sullo scenario mondiale. Moncler, ad esempio, si è collocata al primo posto nel settore Textiles, Apparel & Luxury Goods. Per l’azienda quotata alla borsa di Milano, è l’anno del debutto nell’indice del Dow Jones. A pagare nel raggiungimento del risultato sono state in particolare le azioni di responsabilità ambientale. Moncler utilizza già energia prodotta completamente da fonti rinnovabili. Inoltre, le sedi corporate, il polo logistico e quello produttivo di proprietà vantano un sistema di gestione ambientale certificato ISO14001 con programmi continuativi di mitigazione degli impatti. I vertici della società hanno dichiarato pure di voler diventare entro il 2021 carbon neutral per le emissioni dirette in tutto il mondo. Inoltre, hanno annunciato il proprio impegno nella ricerca di soluzioni a minor impatto ambientale nella realizzazione di tessuti o accessori prodotti con materiali riciclati o di origine alternativa. Numerose anche le iniziative di responsabilità sociale a sostegno del benessere dei dipendenti, attraverso programmi di conciliazione di lavoro e vita privata o la possibilità di svolgere attività di volontariato durante le giornate lavorative, ad esempi, o delle popolazioni maggiormente svantaggiate. Un esempio è il progetto Warmly Moncler for Unicef: negli ultimi due anni sono stati assistiti circa 25.000 bambini che vivono situazioni di criticità in aree fredde del mondo.
Per il settore bancario è Intesa San Paolo l’unica banca italiana che si è posizionata (per il nono anno consecutivo) negli indici del Dow Jones. Nello specifico, l’istituto di credito ha conseguito il risultato massimo nelle sezioni dedicate all’inclusione finanziaria, alla gestione della relazione con la clientela, alla protezione della privacy e alla rendicontazione ambientale.
Anche quest’anno, per il quindicesimo consecutivo, Enel è rientrata nell’aggiornamento del Sustainability Index. Alla multinazionale dell’energia viene attribuito uno dei punteggi più alti (ossia 92) rispetto alle altre imprese italiane leader nel settore del settore Aerospace & Defence. Anche le controllate estere di Enel sono state selezionate nei rispettivi indici: la spagnola Endesa è stata ammessa nell’indice globale mentre Enel Americas ed Enel Chile sono state confermate negli indici Dow Jones Sustainability Emerging Markets e Dow Jones Sustainability MILA1 Pacific Alliance, oltre che nel Dow Jones Sustainability Chile.
E poi c’è Terna, che figura al primo posto mondiale nel settore Electric Utilities per le performance di sostenibilità. Progressi significativi sono stati compiuti anche da Hera, terza azienda in Italia e quattordicesima al mondo. Debuttano, invece, negli indici Italgas, sola utility italiana del settore della distribuzione del gas inclusa nella classifica e terza nel mondo, e Poste Italiane, per cui, secondo fonti societarie, il riconoscimento è frutto di un percorso avviato “con la definizione del Piano Strategico ESG, proseguito con l’adesione ai Principles for Sustainable Insurance e ai Principles for Responsible Investment delle Nazioni Unite, e con l’adozione di un nuovo Codice Etico e di un Sistema di Gestione Anticorruzione che, per la prima volta in Italia nel settore della finanza e delle comunicazioni, ha ottenuto la certificazione ISO 37001”. Altre società italiane selezionate sono Prysmian, Pirelli, Generali, Cnh Industrial, Saipem, Snam Rete Gas e Telecom Italia.