La decarbonizzazione ridurrà i costi delle bollette. Lo studio di Elettricità Futura


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Gabriele Ferrara
bollette

La decarbonizzazione ridurrà i costi delle bollette. A dirlo è un recente studio di Elettricità Futura, la principale associazione italiana delle imprese che operano nel settore elettrico. Secondo il report, il costo complessivo dell’energia elettrica si ridurrà, a parità di costo del gas, di circa 3,2 miliardi di euro nel 2030 e di 8,6 miliardi di euro nel 2032. Una diminuzione legata a diversi fattori, a cominciare da un inferiore costo livellato dell’energia degli impianti rinnovabili, che consentirà di raggiungere il target fissato dal Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), ricorrendo agli incentivi in modo limitato e solo nei primi anni di attuazione del piano.

Lo studio prevede che nel 2032 gli oneri esistenti si ridurranno di 12 miliardi rispetto al 2017 mentre la realizzazione della nuova capacità Fer (Fonti energetiche rinnovabili) richiederà incentivi addizionali per soli 1,8 miliardi, essenziali per colmare il gap tra costi di produzione e ricavi che i nuovi impianti riceveranno sul mercato. Inoltre, come si legge nel rapporto, “si dovrebbe registrare un incremento del costo medio della produzione termoelettrica di circa 2,1 miliardi di euro sostanzialmente derivante dall’incremento del costo della CO2“. Dall’altro lato, si dovrebbe verificare una riduzione di circa 2,2 miliardi a causa del maggior share di produzione Fer a costo marginale nullo, che implicherebbe un calo del prezzo medio del mercato elettrico. Il beneficio per i consumatori sulle tariffe si attesterebbe a circa 400 milioni di euro, senza dimenticare che ciò ridurrebbe la dipendenza energetica dell’Italia dagli altri Paesi. Ancora, anche se dovesse aumentare il prezzo del gas secondo gli scenari previsti da Snam e Terna, la riduzione di bolletta sarebbe pari rispettivamente di 1,6 e 7 miliardi nel 2030 e 2032.

Ciò che auspicano le associazioni di settore come Elettricità Futura, ma non solo, è che, attraverso una più equa corrispondenza tra quanto consumato e quanto pagato, il consumatore possa comprendere meglio gli effetti dei propri comportamenti in un’ottica di efficienza energetica. In tal senso è interessante segnalare che lo scorso luglio la stessa associazione, insieme a Energia Libera, Utilitalia e AIGET, ha proposto di avviare un percorso graduale, date le criticità presenti per una immediata fiscalizzazione degli oneri, per affidare a un soggetto pubblico la responsabilità della gestione del gettito degli oneri di sistema, che verrebbero calcolati in base al reddito e non ai consumi elettrici. Secondo i proponenti, questa politica potrebbe alleggerire la bolletta del cliente finale di circa il 20%.

Intanto, il 12 dicembre è stato approvato un subemendamento dalla commissione Bilancio del Senato, che prevede lo slittamento a inizio 2022 della fine del regime di maggior tutela per le bollette elettriche, dopo che inizialmente sarebbe dovuto avvenire il 1° luglio 2020 (qui le foto dei protagonisti del convegno I-Com “Per chi suona la campana. Il superamento delle tutele di prezzo nei mercati dell’elettricità e del gas naturale tra concorrenza e consapevolezza dei consumatori“). Inoltre, è stato stabilito che il ministero dello Sviluppo economico, sentita l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), definisca le modalità e i criteri dell’ingresso consapevole nel mercato dei clienti finali tenendo conto della necessità di concorrenza, della pluralità di fornitori e delle offerte nel libero mercato. A questo riguardo è interessante notare come Arera, in un comunicato del 10 dicembre, abbia rilevato che i limiti alla piena concorrenzialità del settore siano “l’alta concentrazione nei mercati, la scarsa propensione dei clienti a muoversi nel mercato e i vantaggi competitivi dei fornitori storici”.

In aggiunta, la stessa autorità ha recentemente inviato una segnalazione al governo e al Parlamento per chiedere “norme che consentano di regolare più gradualmente la ‘fine tutela’ e perseguire, nel modo più efficace, l’obiettivo di completa liberalizzazione dei mercati dell’energia e gas e l’effettiva concorrenza tra gli operatori, garantendo condizioni economiche eque per i clienti di piccole dimensioni”. Analizzando i dati del settore elettrico di Arera, si nota che nel 2018 il 56% dei clienti domestici e il 43% dei non domestici erano ancora in regime di tutela. Per tali ragioni Arera ha chiesto di introdurre norme per salvaguardare le piccole imprese fino a gennaio 2021, per poi estenderne i meccanismi ai clienti domestici dell’elettricità e del gas. In tal senso, l’autorità ha dunque visto accolte le proprie richieste, ma i tempi per l’attuazione, così come quelli per la decarbonizzazione, rimangono comunque risicati.

Ufficio stampa e Comunicazione dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nata a Roma nel 1992, Giulia Palocci si è laureata con il voto di 110 e lode in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’università Luiss Guido Carli con una tesi sul contrasto al finanziamento del terrorismo nei Paesi del Sud-est asiatico.

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