Il nodo della rinuncia alle cure mediche in Italia e in Europa. L’indagine Eurostat


Articolo
Maria Rosaria Della Porta
cure

Il 3,6% dei cittadini europei di età pari o superiore a 16 anni non si sottopone alle cure mediche di cui ha bisogno. Un fenomeno causato da diverse ragioni: senza ombra di dubbio il loro costo, spesso troppo elevato e quindi insostenibile, è la causa principale della rinuncia alle cure. A rivelarlo è l’Eurostat che ha di recente diffuso una statistica stilata per l’anno 2018.

Nello specifico, l’1% degli europei di età pari o superiore a 16 anni ha dichiarato che il trattamento medico di cui aveva bisogno era troppo costoso. L’alto prezzo della visita o delle cure ha così determinato la rinuncia. Gli altri motivi più comuni che determinano una scelta in questo senso sono le lunghe liste d’attesa (0,9%) e la volontà di aspettare che il problema di salute migliori da solo, senza la necessità dell’intervento medico (0,6%).

Dall’analisi dei dati dell’ufficio statistico dell’Unione europea è inoltre emerso che è stata la Grecia ad aver riportato la più alta percentuale di persone con esigenze mediche insoddisfatte a causa dei costi insostenibili (8,3%). Al secondo e terzo gradino del podio ci sono la Lettonia (4,2%) e la Romania (3,4%). Al quarto posto invece l’Italia (2,0%), seguita da Belgio (1,7%), Portogallo (1,6%), Bulgaria (1,5%), Cipro (1,4%) e Polonia (1,1%).

Al contrario, le percentuali più basse sono state registrate in Repubblica Ceca e in Finlandia, che si avvicininano allo 0%, mentre nella maggior parte degli Stati membri dell’Unione meno dell’1% della popolazione ha riferito di esigenze mediche insoddisfatte per motivi finanziari.

Il fenomeno della rinuncia alle cure mediche a causa di difficoltà economiche e di lunghe liste d’attesa è un problema molto diffuso nel nostro Paese, nonché di vecchia data, con evidenti ripercussioni negative sullo stato di salute della popolazione.

Nel dibattito nazionale se ne parla ormai da tempo, in attesa di trovare un modo efficace per arginarlo. Spesso si evidenzia la necessità di un secondo pilastro sociosanitario e l’importanza del ruolo dei Fondi di Assistenza Sanitaria Integrativa, che permetterebbero di integrare e/o sostituire le prestazioni pubbliche nell’ambito dei servizi medico-sanitari, con evidenti vantaggi per la salute dei cittadini.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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