Brexit Beyond Tariffs. L’impatto sugli scambi commerciali secondo l’Unctad


Articolo
Eleonora Mazzoni
Brexit

Quali saranno le conseguenze della Brexit sugli scambi commerciali tra Unione europea e Regno Unito? L’Unctad – la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo – ha analizzato quantitativamente il ruolo che le misure di tipo non tariffario, come i requisiti tecnici e norme sanitarie sui prodotti oggetto di scambio, avranno nel plasmare le nuove relazioni commerciali tra l’Ue e il Regno Unito. La ricerca dell’Unctad ha simulato il possibile impatto della Brexit attraverso un modello gravitazionale confrontando l’effetto di appartenere a un’unione economica quale l’Ue con quello di fare parte di accordi di libero scambio e unioni doganali.

Lo studio ha focalizzato l’attenzione in particolare sulla possibilità che vengano introdotte misure di tipo non tariffario perché, sebbene gran parte del dibattito pubblico sulla Brexit abbia ruotato intorno a questioni relative all’introduzione di tariffe doganali, la maggior parte delle aziende considera le misure non tariffarie come fattori chiave nel determinare le opportunità di accesso al mercato nel contesto attuale dell’economia mondiale. Inoltre in media l’esistenza di misure non tariffarie risulta essere tre volte più importante rispetto all’aumento dei costi commerciali diretti dovuti all’introduzione di tariffe doganali (UNCTAD, 2013) e, per di più, colpisce in modo sproporzionato le piccole e medie imprese.

I risultati del rapporto hanno evidenziato come fare parte dell’Unione europea abbia degli effetti sui flussi di scambio internazionale di gran lunga superiore rispetto alle altre tipologie di accordi commerciale tra Paesi. In particolare i dati evidenziano l’esistenza di un effetto significativo di appartenenza all’Unione europea sui flussi commerciali bilaterali: appartenere all’Europa si associa a un incremento del 37% degli scambi bilaterali tra gli Stati membri, mentre aver siglato un accordo commerciale di libero scambio è associato ad un incremento degli scambi bilaterali tra i paesi coinvolti nell’accordo solamente pari all’8%.

Il potenziale aumento delle tariffe doganali tra il Regno Unito e l’Unione europea e un aumento dei costi commerciali indotto dall’applicazione di misure di tipo non tariffario potrebbe ridurre le esportazioni del Regno Unito verso l’Unione Europea del 14%, rispetto alla situazione di appartenenza all’unione economica. Inoltre, rileva lo studio dell’Unctad, anche nel caso in cui venisse siglato un accordo di libero scambio standard le stesse potrebbero ridursi del 9%. Se, contemporaneamente, il Regno Unito non aumentasse le tariffe doganali nei confronti di Paesi non appartenenti all’Ue le esportazioni dei Paesi in via di sviluppo verso il Regno Unito e verso l’Europa potrebbero aumentare ma in misura molto inferiore rispetto alla riduzione percentuale delle esportazioni britanniche.

Direttore Area Innovazione dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia Politica presso l’Università degli studi di Roma La Sapienza, con una tesi sperimentale sulla scomposizione statistica del differenziale salariale tra cittadini stranieri ed italiani.

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