Il primo giugno 2020 è stata finalmente lanciata l’app Immuni, ovvero il sistema di contact tracing voluto dal governo italiano per contrastare la diffusione del Covid-19. L’applicazione, sviluppata dalla software house milanese Bending Spoons, è stata al centro di numerose polemiche per via delle questioni relative alla privacy che i sistemi di tracciamento della mobilità degli individui portano con sé. Per rispondere in modo adeguato alle critiche pervenute sia da esponenti politici che da esperti del settore, gli sviluppatori hanno deciso di utilizzare un sistema decentralizzato in cui ogni smartphone su cui è attiva l’app genera un codice anonimo scambiato via Bluetooth con gli altri utenti (ne abbiamo parlato in un nostro precedente articolo).
Nonostante l’applicazione sia disponibile sugli store dei principali produttori di telefoni cellulari, permangono numerose limitazioni che rendono impossibile per buona parte della popolazione installare Immuni sul proprio dispositivo. Per quanto riguarda Apple, ad esempio, l’app è disponibile solo per i dispositivi che supportano l’ultima versione del sistema operativo mobile dell’azienda di Cupertino, ovvero iOS 13.5. Chi non dispone di un modello che supporta questa versione del sistema o chi non volesse aggiornare il software per evitare di rallentare lo smartphone è automaticamente escluso dal sistema di contact tracing.
I sistemi di contact tracing risultano efficaci solo se riescono a tenere traccia degli spostamenti del maggior numero possibile di persone. Secondo un sondaggio di EMG Acqua per Public Affairs Advisors di Giovanni Galgano, solo il 44% degli italiani sarebbe disposto a installare e utilizzare Immuni. In pratica tra i soggetti che non possono scaricare l’applicazione e quelli che non sono disposti a farlo, milioni di italiani rimarrebbero estranei al sistema rendendo l’applicazione di fatto inutile.
Nonostante questi problemi, la sperimentazione dell’applicazione Immuni partirà l’8 giugno in Liguria, Abruzzo, Marche e Puglia. Se in questa prima fase non dovessero essere registrate altre problematiche rilevanti, una settimana dopo il sistema sarà attivato sull’intero territorio nazionale.