A quasi sei mesi dall’inizio della pandemia da Covid-19, è arrivata la comunicazione della Commissione europea su una strategia comune per la ricerca, lo sviluppo e la messa in commercio di un vaccino contro il coronavirus.
Il programma proposto mira alla realizzazione di tre obiettivi principali: innanzitutto garantire la sicurezza, l’efficacia e la qualità dei vaccini, supportando la ricerca a livello europeo nel rispetto del quadro normativo di riferimento. In secondo luogo, lo scopo è assicurare un accesso quanto più tempestivo e ampio ai vaccini per tutti gli Stati membri e i loro cittadini, portando avanti parallelamente gli sforzi a livello di cooperazione e solidarietà internazionale. Infine, un’ultima priorità riguarda la necessità di garantirne un accesso equo all’interno del mercato unico, soprattutto rispetto alla dimensione dei prezzi.
La strategia si fonderà su due principi: da un lato assicurare la produzione di vaccini e un’offerta sufficiente a rispondere alla domanda a livello europeo mentre dall’altro adottare una cornice normativa che si adatti all’emergenza in corso e che acceleri il processo di introduzione di un farmaco di questo tipo sul mercato, in linea con gli standard richiesti dall’Ue.
Rispetto al primo punto, lo strumento per il sostegno di emergenza – creato per supportare le azioni degli Stati membri in un’ottica di coordinamento e cooperazione – giocherà un ruolo fondamentale. Costituito da una dotazione finanziaria di 2,7 miliardi di euro, integra tutte le iniziative messe in atto per reagire all’emergenza Covid-19, tra cui il meccanismo di protezione civile dell’Unione europea e rescEU, l’iniziativa di investimento in risposta al coronavirus e i fondi strutturali e d’investimento europei. All’interno di questo framework, la Commissione procederà a stipulare accordi con i singoli produttori di vaccini, finanziando parte dei costi iniziali attraverso i cosiddetti Advance Purchase Agreements, di fatto una sorta di acconto su quelli che saranno poi effettivamente acquistati dagli Stati membri. Si tratterebbe, dunque, di uno strumento per trasferire parte dei rischi dei produttori alle autorità pubbliche, con l’obiettivo di stimolarne la produzione e garantirne un accesso equo in tutta Europa.
Il secondo pilastro consiste nella creazione di un quadro regolatorio che assicuri stabilità, ma che sia allo stesso tempo flessibile rispetto all’evoluzione della crisi in corso. L’obiettivo è accelerare le procedure di autorizzazione, aumentare la flessibilità rispetto a etichettatura e imballaggio, snellire e fornire deroghe alle disposizioni in materia per velocizzare le sperimentazioni cliniche.
L’intera strategia sarà posta in essere in cooperazione con l’Agenzia europea del farmaco, che ha istituito una Task Force (ETF) per interagire con gli sviluppatori di vaccini Covid-19 e offrire un supporto scientifico fin dalle prime fasi. Il tutto avverrà in piena collaborazione con le altre organizzazioni europee e internazionali competenti, in primis l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
A livello internazionale, invece, la Strategia europea si inserisce all’interno della cornice fornita dall’Access to Covid-19 Tools (ACT) promosso dall’OMS e da altre iniziative quali la Global Coronavirus Response, attraverso la quale sono stati raccolti oltre 9,8 miliardi di euro per far sì che l’accesso a terapie e vaccini sia garantito a livello globale, in particolare nei Paesi più vulnerabili.