A proposito dell’indice sulla sanità territoriale contenuto nello studio dal titolo “Programmare dopo la tempesta. Quali modelli post Covid per il Servizio sanitario nazionale” (pp. 39-40), l’Istituto per la Competitività (I-Com) precisa che il Molise rappresenta un caso particolarissimo, il cui primo posto deriva da fattori quantitativi e non qualitativi.
Nonostante la regione debba affrontare note complessità sotto il profilo dell’erogazione dei servizi sanitari e sia stata sottoposta a commissariamento, l’analisi degli indicatori tratti dall’ultimo Annuario Statistico del Servizio sanitario nazionale del ministero della Salute relativo al 2019 presenta valori in linea con quelli nazionali. Il numero di Medici di Medicina Generale (MMG) e dei Pediatri di Libera Scelta (PLS) non si discosta dai valori medi registrati sul territorio italiano, a testimonianza del fatto che molto probabilmente non è prioritario tanto agire sulla copertura quanto sull’organizzazione del servizio.
Vale la pena inoltre ricordare che il commissariamento del Molise risale al 2009 e che tale procedura dipende in questo momento soprattutto dall’incapacità di garantire l’equilibrio di bilancio sanitario e dall’insufficienza dell’area ospedaliera, che non è stata considerata nella costruzione dell’indice. Dall’altra parte invece, come si nota anche dall’analisi dei dati del Nuovo Sistema di Garanzia del Ministero della Salute (pagina 41 dello studio I-Com), il Molise ottiene una valutazione positiva per l’area distrettuale e prevenzione proprio per l’anno 2019 a cui l’indice I-Com si riferisce.
Le ragioni del primo posto del Molise fanno riferimento principalmente al servizio di guardia medica e, nello specifico, a un rapporto più elevato fra punti di guardia medica e popolazione e medici titolari di guardia medica e abitanti rispetto a quanto si rileva nelle altre regioni italiane. In sostanza, il risultato della regione dipende dal basso numero degli abitanti in rapporto a quello dei medici e dei presidi sanitari.
Inoltre, il Molise presenta valori più elevati, che lo discostano dal resto del Paese, pure sul fronte dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI). Nel 2019 infatti, da questo punto di vista, ha superato i 5.000 casi trattati. Tuttavia, in riferimento alle ore totali per caso (pari a 23), il Molise si posiziona molto al di sotto della maggior parte delle regioni italiane. Un dato, questo, che incide sulla qualità dell’erogazione di questo tipo di servizio a causa dell’aumento dei casi trattati e della riduzione del personale sanitario nel tempo, come rilevato nello studio I-Com (pp. 68-69).
L’analisi I-Com dei servizi sanitari territoriali si fonda sulle principali variabili riportate nell’Annuario Statistico del Servizio sanitario nazionale, che elenchiamo di seguito:
• Medici di medicina generale ogni 10.000 adulti residenti;
• Medici pediatri ogni 10.000 bambini residenti;
• Punti di guardia medica ogni 100.000 abitanti;
• Medici titolari di guardia medica ogni 100.000 abitanti;
• Casi trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) ogni 100.000 abitanti;
• Totale ore ADI per caso trattato inclusi anziani e pazienti terminali;
• Ambulatori e laboratori pubblici e privati accreditati al SSN ogni 100.000 abitanti;
• Altri tipi di strutture territoriali pubbliche e private accreditate al SSN ogni 100.000 abitanti;
• Strutture residenziali e semiresidenziali pubbliche e private accreditate al SSN ogni 100.000 abitanti.
Ciascuna variabile elencata è stata opportunamente ponderata e per ogni regione è stata calcolata una media delle variabili. I valori ottenuti sono stati normalizzati rispetto alla regione con il risultato più alto, in modo da stabilire una classifica da 0 a 100.