I dispositivi medici sono strumenti essenziali per la diagnosi, la prevenzione, il monitoraggio, il trattamento e la gestione di tante condizioni patologiche, comprese le malattie rare.
In riferimento a queste ultime patologie, i dispositivi medici vengono definiti orfani poiché sono destinati ad essere utilizzati per malattie o condizioni che colpiscono solo un piccolo numero di individui ogni anno e per le quali condizioni di salute esistono pochissime opzioni diagnostiche o terapeutiche. Inoltre, i dispositivi orfani possono essere fondamentali per soddisfare un’esigenza medica diversamente insoddisfatta.
Così come accade nel caso dei farmaci per la cura delle malattie rare, la produzione e distribuzione dei dispositivi orfani comporta tuttavia diverse sfide, specie in termini di valutazione clinica, che di fatto determinano ritardi nell’accesso dei pazienti.

LE DIFFICOLTÀ NELLA VALUTAZIONE CLINICA DEI DISPOSITI MEDICI ORFANI

La normativa per l’approvazione dei dispositivi medici contenuta nel Regolamento UE 2017/745 (Medical Device Regulation o MDR) è rigorosa e articolata e prevede requisiti molto stringenti per la valutazione clinica nonché richiede maggiori dati clinici a supporto della sicurezza ed efficacia dei prodotti.

Nel caso dei dispositivi medici destinati alle malattie rare, il processo di valutazione diventa ancora più complesso poiché, dato il numero sensibilmente più basso di soggetti affetti da tali patologie rispetto agli altri casi, riuscire a raggiungere un adeguato livello di evidenza clinica potrebbe essere molto complicato.

In sostanza, il Regolamento sui dispositivi medici comporta diverse difficoltà nel processo di valutazione dei dispositivi orfani, i quali per loro natura non possono garantire lo stesso livello di evidenza clinica richiesto per gli altri dispositivi. Questo perché – come detto – sono destinati all’uso solo in un numero limitato di individui ogni anno e nella maggior parte dei casi, si tratta di pazienti in età pediatrica, il cui coinvolgimento in studi clinici è particolarmente impegnativo, alla luce anche dei requisiti etici e normativi da rispettare per tutelare adeguatamente le popolazioni di minori.

Inoltre, alle criticità sopra elencate, si aggiunge anche l’aumento e talvolta l’imprevedibilità dei costi finanziari associati alla conformità ai requisiti richiesti dal Medical Device Regulation. Fattori che potrebbero rendere proibitiva per i produttori l’immissione sul mercato dell’UE di dispositivi orfani, in quanto i bassi volumi di vendita potrebbero non compensare i costi finanziari.

LA LINEA GUIDA DEL MEDICAL DEVICE COORDINATION GROUP (MDCG) PER I DISPOSITIVI MEDICI ORFANI

Tuttavia, al fine di tutelare la salute di chi soffre di patologie rare e garantire opzioni diagnostiche e terapeutiche, il Medical Device Coordination Group (MDCG) ha recentemente pubblicato una linea guida che supporta fabbricanti e organismi notificati nella valutazione clinica dei dispositivi medici orfani e fornisce i criteri per determinare quando un dispositivo medico o un accessorio per un dispositivo medico può essere considerato “dispositivo orfano” ai sensi del Regolamento sui dispositivi medici 2017/745 (MDR).

Nello specifico, un dispositivo dovrebbe essere considerato orfano se soddisfa i seguenti criteri: ossia, è specificamente destinato al trattamento, diagnosi o prevenzione di una malattia o condizione che si presenta in non più di 12.000 individui all’anno nell’Unione Europea e per cui al contempo o vi è insufficienza di opzioni alternative disponibili per il trattamento, la diagnosi o la prevenzione di questa malattia/condizione, o il dispositivo in questione offra un’opzione che fornirà un beneficio clinico atteso maggiore rispetto alle alternative disponibili o allo stato dell’arte per il trattamento, la diagnosi, o la prevenzione di questa malattia/condizione, tenendo conto sia dei fattori specifici del dispositivo che della popolazione di pazienti.

Si sottolinea altrettanto che la linea guida si applica anche a dispositivi medici che abbiano una destinazione d’uso “orfana”, accanto o in aggiunta ad una destinazione d’uso “ordinaria”, nonché agli accessori che possano qualificarsi come orfani nel senso sopra descritto.

Il documento chiarisce, inoltre, che i fabbricanti che intendono dichiarare il proprio dispositivo come “orfano” devono fornire tutta la documentazione necessaria contenente le informazioni atte a dimostrare lo status di dispositivo medico orfano da sottomettere all’Organismo notificato e, se del caso, nella Relazione sulla valutazione clinica. A tal fine, dovrà inserire uno specifico razionale scientifico riferito a considerazioni epidemiologiche e relative al dispositivo. Viene infine chiarito che la qualifica di dispositivo medico orfano non comporta anche l’attribuzione di esclusiva di mercato, come invece avviene per i farmaci ai sensi dell’articolo 8 del Regolamento 2000/141.

LE “ECCEZIONI” NELLA VALUTAZIONE CLINICA DEI DISPOSITIVI ORFANI

Tenuto conto delle sfide legate alla generazione di dati clinici nella fase di pre-commercializzazione, ai dispositivi orfani che rispettano i criteri sopra delineati, può essere concesso l’accesso al mercato con limitazioni accettabili nella quantità e nella qualità dei dati clinici pre-commercializzazione. Devono, tuttavia, esistere prove cliniche sufficienti a dimostrare un beneficio clinico atteso e che il dispositivo funzioni come previsto e con un livello di sicurezza accettabile.

Il fabbricante, dunque, può avvalersi di tale eccezione nel momento in cui:
• sono stati valutati tutti i dati clinici e non clinici disponibili relativi al dispositivo orfano e sono state individuate eventuali limitazioni nei dati clinici;
• i dati clinici e non clinici esistenti e limitati sono sufficienti a dimostrare che il rispetto dei requisiti di sicurezza e prestazione (Allegato I MDR) sono garantiti, che il rapporto beneficio/rischio è accettabile e che si prevede che il dispositivo fornirà un beneficio clinico tenendo conto delle condizioni cliniche, dello stato dell’arte e della sicurezza dei pazienti;
• non è fattibile o proporzionato generare ulteriori dati clinici entro un lasso di tempo accettabile nel contesto di pre-commercializzazione;
• dispone di un piano di sorveglianza post-commercializzazione adeguato che, una volta eseguito, genererà dati clinici in un lasso di tempo appropriato e affronterà pienamente le limitazioni rimanenti nei dati clinici;
• gli utilizzatori del dispositivo saranno adeguatamente informati ad esempio nelle istruzioni per l’uso o in un documento che accompagni il prodotto, dello stato di dispositivo orfano, delle limitazioni nei dati clinici pre-market utilizzati, delle modalità per segnalare incidenti e/o altre esperienze cliniche al fabbricante.

IL PIANO DI VALUTAZIONE CLINICA E CONSIDERAZIONI PROCEDURALI

Il documento evidenzia poi diversi parametri che dovrebbero essere presi in considerazione quando si sviluppa il piano di valutazione clinica per i dispositivi orfani, che riguardano sia i fattori specifici della malattia, sia i fattori specifici del dispositivo.
Infine, la linea guida riporta delle considerazioni procedurali affinché si possa concludere la valutazione del dispositivo orfano.

CONCLUSIONI

Il lavoro del gruppo di coordinamento per i dispositivi medici fornisce, dunque, orientamenti ai fabbricanti e agli organismi notificati sulla valutazione clinica ai sensi dell’MDR dei dispositivi medici e degli accessori per dispositivi medici che si qualificano come “dispositivi orfani” e dei dispositivi medici e degli accessori per dispositivi medici che hanno un’indicazione orfana e sembra rappresentare davvero un passo in avanti nella tutela della salute di chi purtroppo ogni giorno fa i conti con una malattia rara, per la quale spesso non esistono opzioni diagnostiche e terapeutiche.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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