Oggigiorno l’assistenza sanitaria, a livello globale, è alle prese con numerose sfide tra cui l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del carico di malattie croniche e non trasmissibili, i costi elevati, il burnout dei medici, la carenza di forza lavoro nonché l’evoluzione delle aspettative di cura dei pazienti. Tuttavia, molte di queste sfide potrebbero essere superate sfruttando il potenziale dell’intelligenza artificiale anche nel settore sanitario. In verità, le tecnologie IA stanno già dando prova di saper rivoluzionare la medicina e l’assistenza dei pazienti, offrendo numerosi benefici.

LE POTENZIALITÀ DELL’IA IN AMBITO SANITARIO

Sono in grado, infatti, di potenziare le capacità di ricerca clinica, supportare il processo decisionale clinico nonché consentire cure sempre più precise e personalizzate in grado di migliorare sensibilmente gli outcome di salute dei pazienti. Inoltre, l’intelligenza artificiale è in grado di ottimizzare l’efficienza operativa e di liberare tempo prezioso per gli operatori sanitari consentendogli di concentrarsi sulla cura dei pazienti, migliorandone significativamente il percorso di cura.

Numerosi sono, dunque, i vantaggi offerti da queste tecnologie e tante sono ormai le strutture sanitarie che si affidano ad esse. Ad esempio, in Italia, all’Ospedale Universitario Sant’Andrea di Roma, da giugno 2022, utilizzano un software che identifica autonomamente le fratture che potrebbero sfuggire all’occhio umano, specialmente alla fine di un turno. Ogni immagine che arriva al pronto soccorso viene inviata a un sistema esterno di machine learning, che la elabora e in due minuti indica se c’è o meno una frattura, grazie ad un algoritmo addestrato precedentemente su un vasto dataset di vari tipi di fratture. Si tratta di una prima lettura che il radiologo deve poi confermare. Pertanto, la tecnologia supporta il radiologo, non lo sostituisce.

Sempre a Roma, al Policlinico Gemelli, hanno sviluppato il Generator Heart Failure DataMart, una piattaforma digitale che integra e combina una grande quantità di dati e informazioni di fonte e contenuto eterogeneo (consulti cardiologici, misurazione eco-cardiografiche, farmaci assunti, esami di laboratorio, diagnosi cliniche standard, ricoveri, eventi in urgenza, diari infermieristici, contatti familiari e sociali) per progettare e addestrare dei modelli predittivi a più parametri allo scopo di individuare in anticipo la re-ospedalizzazione del paziente dopo l’ultima dimissione ospedaliera per scompenso cardiaco.

Esempi di come l’IA stia rivoluzionando l’assistenza sanitaria si trovano in giro per il mondo. In Israele, Maccabi Healthcare Services ha sviluppato un sistema basato sull’IA per la diagnosi del cancro. Questo strumento analizza le immagini patologiche, evidenziando le aree sospette e supportando i medici nel processo decisionale. Tale approccio non solo migliora l’accuratezza diagnostica, ma allevia anche la pressione sul personale, un elemento cruciale in un contesto di carenza globale di operatori sanitari. Il National Centre for Additive Manufacturing del Regno Unito sta, invece, applicando l’IA generativa per ottimizzare la progettazione di dispositivi medici come protesi e impianti, adattandoli alle esigenze dei singoli pazienti. La lista dei casi d’uso dell’IA in sanità è davvero lunghissima.

RISCHI E OSTACOLI DELL’IA IN SANITÀ

Sebbene le tante potenzialità ed effetti positivi, l’IA pone anche una serie di rischi. Uno dei principali è il potenziale bias negli algoritmi. I pregiudizi dell’intelligenza artificiale possono essere di genere, di natura razziale, culturale e il loro impatto sulla società può essere veramente dannoso, incrementando le disuguaglianze esistenti e le violazioni dei diritti fondamentali.

Altri rischi, specie dell’IA generativa, si riferiscono alla propensione di tali modelli di fornire informazioni errate o completamente inventate e farle passare come fatti reali. Questi rischi, che in gergo tecnico vengono chiamati “allucinazioni”, costituiscono un serio problema in ambito sanitario e non solo.

Oltre alle allucinazioni, i risultati dell’IA possono riflettere distorsioni nei dati sottostanti e questo può originare valutazioni imprecise che possono avere gravi conseguenze. Al di là di questi rischi più specifici, vi sono poi quelli relativi alla violazione della privacy e alle minacce informatiche.

Dunque, il successo dell’integrazione di tale tecnologia in ambito sanitario dipende dalla capacità di saper controbilanciare i benefici con i possibili rischi.

LO STUDIO OCSE

Proprio un recentissimo studio dell’OCSE, condotto in collaborazione con l’Associazione Medica Mondiale (WMA) e pubblicato lo scorso 20 novembre, ha evidenziato che è fondamentale trovare un equilibrio tra innovazione e sicurezza per poter sfruttare le potenzialità dell’IA in sanità.

Secondo il sondaggio OCSE, il 72% delle associazioni mediche intervistate ritiene che i benefici dell’IA superino i rischi e credono fortemente che tali strumenti trasformeranno in modo significativo il campo della medicina, ma il 70% concorda anche sul fatto che il ruolo dei medici rimarrà centrale. Tuttavia, la stragrande maggioranza degli intervistati (94%) esprime preoccupazione per le questioni etiche che possono derivare dalle applicazioni dell’IA nella pratica medica e il 71% ritiene che la responsabilità dei medici aumenterà a causa dell’uso di soluzioni di IA. Pertanto, gli esperti sottolineano la necessità e l’importanza di coinvolgere i medici nella progettazione e nell’implementazione degli strumenti IA per garantire che rispondano alle esigenze del settore sanitario.

Inoltre, questioni come qualità e interoperabilità dei dati, infrastrutture digitali obsolete, scarsa alfabetizzazione digitale nonché rischi legati alla violazione della privacy preoccupano molto le associazioni intervistate, le quali concordano sulla necessità di educare i medici sull’uso degli strumenti IA, sia a livello accademico che durante la carriera in modo da fare un uso responsabile di tali tecnologie.

CONCLUSIONI

L’IA rappresenta davvero un’opportunità incredibile per rivoluzionare l’assistenza sanitaria a beneficio di medici e pazienti. Tuttavia, come sottolineato anche nello studio OCSE, un chiaro quadro normativo, politiche solide nonché formazione e coinvolgimento attivo dei professionisti sanitari sono gli ingredienti fondamentali per lo sviluppo di soluzioni IA sicure, eque e sostenibili, in grado di garantire al contempo innovazione e sicurezza.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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