L’incremento dei prezzi del gas in Italia e in Europa, determinato da fattori quali le tensioni geopolitiche, la diminuzione delle forniture e l’instabilità dei mercati energetici, rappresenta una crescente fonte di preoccupazione per famiglie e imprese. Nonostante gli interventi dei governi per contenerne gli effetti, l’impatto economico e sociale continua ad aggravarsi.

LA SITUAZIONE PREZZI IN ITALIA E UNIONE EUROPEA

Il prezzo del gas naturale in Unione Europea (UE) è arrivato a 50-52 euro per megawattora (€/MWh), quasi al livello del picco di ottobre 2023, relativo allo shock energetico conseguente alla crisi in Medio Oriente tra Israele e Hamas. Al contrario, i prezzi durante l’anno scorso si sono mantenuti relativamente bassi: il 29 gennaio 2024, esattamente un anno fa, il TTF si attestava a 29 €/MWh. Eppure, già nel terzo trimestre 2024 si registrava una media di 36 €/MWh, con un aumento del 7% dei prezzi del gas all’ingrosso in Europa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Fonte: TTF, 2025

Il valore dell’indice IGI (Italian Gas Index), indicatore di riferimento giornaliero del prezzo del gas naturale all’ingrosso in Italia calcolato dal Gestore dei Mercati Energetici – GME, il 31 gennaio si attesta a 52,44 euro/MWh.

A inizio anno il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, aveva proposto un price cap da fissare intorno ai 50-60 euro al MWh per contrastare il rincaro del gas, che secondo Confindustria causerebbe un aggravio di costi per imprese e famiglie pari a 10 miliardi di euro, con bollette che costano il 50% in più della media dell’anno scorso. Ma la Commissione europea ha posto il veto sul tetto al prezzo, che non sarà rinnovato alla sua scadenza a fine gennaio. Al contrario, a fine febbraio dovrebbe essere presentato un piano d’azione sull’energia a prezzi accessibili, che esporrà i modi per ridurre i prezzi dell’energia in Europa.

A causa delle tensioni geopolitiche in corso esiste il rischio per il 2025 che i prezzi all’ingrosso del gas, nella prossima estate, siano superiori a quelli del prossimo inverno, come avvenuto durante la crisi energetica del 2022, incidendo negativamente sulle dinamiche del mercato dello stoccaggio. Durante l’informativa alla Camera sui rincari dei prezzi dell’energia per famiglie e imprese, il ministro ha quindi dichiarato di star valutando la possibilità di anticipare le tempistiche delle aste di assegnazione almeno per una parte della capacità di stoccaggio.

IL GAS NEI MERCATI ENERGETICI GLOBALI

Il gas torna quindi al centro degli interessi energetici globali, e ancora una volta il suo valore si interseca strettamente con variabili geopolitiche, commerciali ed economiche.

Un’analisi della situazione internazionale ed europea è offerta dal Gas Market Report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) per il primo quadrimestre del 2025, secondo cui si perpetua un equilibrio fragile tra una domanda in ascesa e un’offerta in espansione sempre più lenta.

Il consumo globale di gas naturale è infatti tornato a crescere nel 2024, raggiungendo un massimo storico. I dati registrano un aumento del consumo di gas del 2,8% su base annua nel 2024, superando il tasso di crescita medio annuo del 2% tra il 2010 e il 2020.

Per dare un’idea della sempre maggiore importanza che questo combustibile ha nei mercati energetici, le prime stime indicano che il gas naturale ha soddisfatto circa il 40% dell’aumento della domanda globale di energia nel 2024, una quota maggiore rispetto a qualsiasi altro combustibile. Questa crescita relativamente forte è dovuta principalmente alla regione Asia-Pacifico, che rappresenta quasi il 45% della domanda incrementale di gas nel 2024. Sono i mercati asiatici in crescita che, secondo le stime AIE, traineranno un ulteriore aumento della domanda di gas nel 2025.

Tuttavia, l’equilibrio globale del gas rimane fragile, con la domanda che continua ad aumentare, l’offerta che rimane poco flessibile, espandendosi più lentamente rispetto a prima della pandemia e della crisi energetica, e le tensioni geopolitiche che continuano ad alimentare la volatilità dei prezzi.

L’APPROVVIGIONAMENTO EUROPEO E IL GNL COME STRATEGIA COMPLEMENTARE

Per ciò che concerne l’Unione Europea, la situazione rimane sempre soggetta a variabili geopolitiche; per quanto lontani dalla situazione emergenziale del febbraio 2022, gli Stati Membri si trovano a far fronte a situazioni delicate per ciò che riguarda l’approvvigionamento, i prezzi e la disponibilità della risorsa.

In primo luogo, secondo l’analisi fornita dall’AIE, l’interruzione del transito del gas russo attraverso l’Ucraina, prevista per il 1° gennaio 2025, ne ridurrebbe le forniture in Europa di circa 15 miliardi di metri cubi (Gmc) nel 2025 rispetto al 2024. Questo, secondo l’Agenzia di Parigi, non dovrebbe rappresentare un rischio imminente per la sicurezza della catena di approvvigionamento dell’Unione Europea; d’altro canto, però, preme ricordare che la geopolitica dei gasdotti ha rappresentato esattamente lo snodo cruciale della crisi energetica europea all’indomani del conflitto russo-ucraino.

Nel tentativo di gestire gli effetti destabilizzanti della crisi, i Paesi dell’UE avevano allora adottato il Regolamento sullo stoccaggio del gas (UE/2022/1032) del giugno 2022, fissando l’obiettivo vincolante di riempire gli impianti di stoccaggio al 90% entro il 1° novembre di ogni anno, per garantire una sufficiente sicurezza di approvvigionamento e stabilità del mercato per i mesi invernali. Nel 2024 l’obiettivo di stoccaggio del 90% è stato raggiunto in agosto, e alla scadenza di novembre i siti di stoccaggio registravano un valore del 95%.

D’altra parte, come detto, i livelli delle scorte di gas naturale nell’Unione Europea erano già scesi di 15 miliardi di metri cubi su base annua all’inizio del 2025. Secondo le stime di Gas Infrastructure Europe, al 29 gennaio 2025 i siti di stoccaggio dell’UE erano pieni solo al 54% della loro capienza, significativamente inferiore rispetto al 74% dello scorso anno nello stesso periodo, mentre l’Italia si attesta al 64%.

Di fronte alla perpetua situazione di dipendenza europea dalle importazioni di gas estero, continua pertanto a rendersi evidente la necessità di una diversificazione di approvvigionamento delle forniture energetiche sia dal punto di vista della provenienza che dei vettori di trasporto.

In questo senso, il Rapporto dell’AIE sottolinea come sviluppare maggiormente una strategia complementare intorno al gas naturale liquido (GNL) permetterebbe all’Unione Europea di evitare la fissità delle pipelines puntando invece sulla flessibilità delle consegne via mare.

La crescita dell’offerta globale di GNL è stimata al 6% (o 30 Gmc) nel 2025, grazie all’entrata in funzione di diversi grandi progetti; nonostante questo dato sia al di sotto del tasso di crescita medio dell’8% tra il 2016 e il 2020, gli Stati membri UE potrebbero trarre dei vantaggi strategici dallo sviluppo delle direttici commerciali di GNL, considerando l’ampia capacità di stoccaggio, l’interconnettività midstream e l’accesso al mercato globale del GNL.

Viceversa, un aumento delle importazioni di GNL in Europa quest’anno potrebbe rendere più rigido il mercato globale del gas.

Al momento, infatti, la disponibilità di GNL sul mercato è limitata, e soprattutto una maggiore domanda da parte dell’Unione Europea nel 2025 aumenterebbe la contesa tra quest’ultima e il mercato asiatico, che si colloca al primo posto nella domanda globale di GNL. I flussi di GNL verso i mercati asiatici sono stati molto consistenti, aumentando del 9% su base annua nel 2024, mentre le consegne in Europa sono crollate di circa il 18% rispetto al 2023.

Il gas via pipeline ha costituito il 67% delle importazioni in UE (+5% yoy), mentre la quota del GNL ha continuato a diminuire fino a raggiungere il 33% (-23% yoy).

Fonte: IEA, 2024

Allo stesso tempo, la diminuzione della produzione di gas naturale liquefatto (GNL) ha mantenuto l’offerta sotto pressione. Secondo il rapporto AIE, dinamiche simili dovrebbero persistere nel 2025, prima dell’arrivo di un’ondata di nuova capacità di esportazione di GNL, guidata da Stati Uniti e Qatar, che dovrebbe essere disponibile nella seconda metà di questo decennio.

Tra le prime misure di Donald Trump, appena insediatosi alla Casa Bianca, c’è stata infatti la revoca della moratoria sulle licenze di esportazione di GNL, aprendo la strada a un aumento delle esportazioni. Questa politica dovrebbe incrementare la domanda di GNL statunitense da parte dell’Europa di oltre il 15% quest’anno.

Resta però la questione dei prezzi. Il GNL ha strutturalmente prezzi più alti rispetto ai gasdotti, perché integra costi di trasporto – tramite le navi metaniere – e la necessità di rigassificare il gas liquido che arriva a destinazione.

CONCLUSIONI

Nonostante l’impegno per diversificare le fonti di approvvigionamento, la situazione energetica in UE e in Italia resta delicata (specie se il prosieguo dell’inverno non dovesse essere mite). Le tensioni geopolitiche e l’incertezza dei mercati globali continuano a impattare sulla volatilità dei prezzi, esercitando una pressione significativa su famiglie e imprese ed evidenziando la necessità di interventi incisivi. Sebbene il GNL rappresenti una valida alternativa per ridurre la dipendenza dalle forniture tradizionali, non è sufficiente a garantire una stabilità strutturale.