Intelligenza artificiale, I-Com: “Crescono gli investimenti nella catena tecnologica, con impatti diretti sui territori italiani. C’è forte correlazione tra il numero di start-up IA e la presenza di data center”

  • Pubblicato lo studio realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) in collaborazione con Microsoft.
  • L’Italia sta compiendo passi significativi per rafforzare la propria posizione nella “Catena tecnologica dell’intelligenza artificiale”.
  • Crescono degli investimenti nei data center, con 5 miliardi di euro già impiegati e ulteriori 10,1 miliardi previsti nel biennio 2025-2026. Ciò si tradurrà, secondo le stime di I-Com, in un impatto complessivo pari a 5,8 miliardi di euro di indotto economico per la filiera italiana e 790 milioni di euro in entrate fiscali.
  • La ricerca rileva una forte correlazione (vicina al 90%) tra il numero di start-up IA e la presenza di data center sul territorio italiano, segnale dell’impatto positivo di queste infrastrutture sul dinamismo imprenditoriale del Paese.
  • I data center sono strutture ad alto consumo energetico, ma è oggi l’IA stessa ad offrire una potente serie di applicazioni che possono migliorare in modo significativo gli sforzi di sostenibilità delle aziende.

Roma, 13 giugno 2025L’Italia sta compiendo progressi rilevanti per consolidare la propria posizione all’interno della “Catena tecnologica dell’intelligenza artificiale” costituita dall’insieme di strumenti, framework, software e hardware necessari per progettare, implementare e gestire sistemi intelligenti, articolandosi in diversi livelli che rappresentano elementi fondamentali per l’efficienza e l’efficacia dei processi aziendali. Tra i principali vantaggi di una catena tecnologica completa ci sono la scalabilità, l’automazione del flusso di lavoro e la modularità, caratteristiche che permettono alle organizzazioni di personalizzare le soluzioni in base alle proprie esigenze specifiche. Un tassello significativo è rappresentato dal settore dei data center, infrastruttura chiave per lo sviluppo dell’IA, che nel 2024 ha confermato il trend positivo dell’anno precedente con nuove aperture che hanno portato la potenza energetica complessiva a 513 MW IT, registrando un incremento del 17% rispetto al 2023. A questo si affianca una crescita consistente degli investimenti, con 5 miliardi di euro già impiegati e ulteriori 10,1 miliardi previsti nel biennio 2025-2026.

È quanto emerge dallo studio dal titolo “ItalIA, le ricadute dell’intelligenza artificiale sull’economia e sui territori” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) in collaborazione con Microsoft, con l’obiettivo di analizzare l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’economia e sui territori italiani, sottolineando la necessità di una governance efficace e coordinata a livello europeo per valorizzare e sfruttare le opportunità offerte da questa frontiera tecnologica.

Secondo le elaborazioni I-Com, la crescita degli investimenti nei data center si tradurrà in un aumento complessivo pari a 5,8 miliardi di euro di indotto economico per la filiera italiana e 790 milioni di euro in entrate fiscali. A livello settoriale, i comparti che beneficeranno della realizzazione delle nuove infrastrutture sono numerosi. La maggior parte delle risorse ricadrà però sulla “Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica” (3,9 miliardi di euro).

Dall’analisi dei ricercatori I-Com si sottolinea l’esistenza di una forte correlazione (vicina al 90%) tra il numero di start-up innovative attive nel campo dell’intelligenza artificiale e data center presenti sul territorio nazionale, indicando possibili effetti benefici delle infrastrutture digitali sul dinamismo imprenditoriale italiano nelle tecnologie avanzate.

Una parte dell’indagine ha riguardato l’impatto ambientale dei data center, che nel 2024 hanno rappresentato circa il 3% del fabbisogno elettrico complessivo dell’Unione europea. Il consumo energetico di queste strutture si distribuisce principalmente tra apparecchiature informatiche (40-50%), sistemi di raffreddamento (30-40%) e componenti ausiliari (10-30%). Un ulteriore elemento da considerare è il consumo idrico, legato sia alla produzione di energia elettrica sia ai sistemi di raffreddamento. Come sottolinea la ricerca, paradossalmente, è oggi l’IA stessa ad offrire una potente serie di applicazioni che possono migliorare in modo significativo gli sforzi di sostenibilità delle aziende.

In conclusione, l’Italia sta avanzando nel campo dell’intelligenza artificiale grazie agli investimenti strategici da parte di grandi aziende tecnologiche. Tuttavia, per rafforzare la propria posizione, è fondamentale superare le attuali fragilità strutturali attraverso investimenti mirati in infrastrutture, ricerca, formazione e politiche di supporto all’innovazione, in modo tale da avere tutti i tasselli utili per una catena tecnologica dell’IA il più possibile solida. Un ruolo chiave potrebbe essere svolto da partenariati pubblico-privati, incentivi fiscali e il potenziamento dei Digital Innovation Hub, strumenti utili ad accompagnare soprattutto le PMI verso una piena integrazione delle tecnologie IA. Serve quindi una governance solida e una sinergia tra istituzioni, industria e ricerca. 

Nei prossimi mesi si aprirà una fase cruciale per l’ecosistema nazionale dell’intelligenza artificiale. Da un lato, si concluderà l’iter parlamentare del ddl sull’IA, avviando i dodici mesi entro cui il Governo dovrà adeguare la normativa interna all’AI Act; dall’altro, sarà finalizzata la nuova politica industriale attraverso la trasformazione del Libro Verde “Made in Italy 2030” nel Libro Bianco. Su quest’ultimo aspetto, come evidenziato nello studio, l’intelligenza artificiale può offrire un contributo significativo al raggiungimento degli obiettivi strategici individuati, a patto che tale ruolo venga pienamente riconosciuto e integrato in una visione di rafforzamento ed evoluzione del sistema imprenditoriale italiano.

 

Comunicato stampa Studio I-Com_Microsoft_ItalIA_Gli impatti della catena tecnologica dell’IA in Italia
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