Il Rapporto I-Com sull’innovazione energetica è ormai giunto alla sua settima edizione con l’obiettivo di fornire interessanti contributi per una riflessione sul posizionamento dell’Italia rispetto ai principali competitor a livello mondiale nella ricerca e sviluppo nel composito mondo dell’energia.
Quest’anno, proseguendo un’attività avviata nel 2009, con la costituzione di uno specifico osservatorio permanente, e aggiornata di anno in anno, si è ampliato significativamente lo spettro d’indagine.
L’industria dell’energia, e dell’energia elettrica in particolare, si è sviluppata all’inizio del ‘900 su alcuni assunti economici molto solidi e da tutti accettati: forti economie di scala, domanda rigida, cioè ben poco sensibile alle variazioni di prezzo e in (continua) crescita, e quindi consistenti, “facili”, investimenti da fare. Negli ultimi anni tutti questi elementi, uno alla volta, sono venuti meno e oggi non possiamo considerarne valido nessuno; l’industria è drasticamente cambiata, sia per ragioni legate alla raggiunta maturità della domanda, valide almeno per tutta l’Europa sia per ragioni di tipo tecnologico, valide in assoluto.
Nei Paesi più sviluppati solo parte della contrazione della domanda può considerarsi congiunturale ed essere attribuita alla ancora stretta morsa della crisi economica, bisogna quindi riflettere su una dinamica di medio lungo periodo, legata a un cambio delle attività economiche e a una sostituzione tecnologica accelerata. La riduzione dell’intensità energetica delle economie post industriali è un dato acquisito, dal quale non si può prescindere. Oggi è possibile fare di più in minor tempo e consumando meno energia. E anche lo stesso modus operandi dei consumatori sta cambiando.
Per questi motivi, nell’edizione 2015 del Rapporto, oltre alle consuete analisi sulla produzione brevettuale delle economie più sviluppate e dei principali Paesi emergenti, quest’anno affiancata da un focus sui brevetti afferenti alla mobilità sostenibile, si è inseguita l’innovazione lungo tutta la filiera energetica: dalla produzione al consumo finale passando per la rete, la misura, la gestione dei dati e, in alcuni casi anche per l’accumulo. Sì è, quindi, esaminato il ruolo sempre più attivo della domanda, l’accresciuta e crescente disponibilità di dati, le tante opportunità che implica, ma anche le necessarie attenzioni che comporta, l’evoluzione e le innovazioni nella partecipazione al consumo – nonché alla produzione – da parte dei consumatori, che possono e potranno sempre più contare su applicazioni ICT, queste ultime a loro volta chiamano le imprese a rivisitare in chiave digitale i propri modelli di business.
È stata poi estesa l’analisi, avviata nel 2014, sulle startup energetiche italiane nel contesto delle startup iscritte nello speciale registro istituito presso le Camere di Commercio. Ed è stata ripetuta e ampliata l’indagine svolta su un campione rappresentativo della popolazione italiana. Rispetto allo scorso anno, infatti, sono state aggiunte ulteriori domande per sondare quali siano le innovazioni percepite come più concrete o con maggiore impatto dal punto di vista del comune cittadino.
Anche perché, a nostro avviso, pure l’innovazione pare evolvere, specialmente nel campo dell’energia, dal produttore al consumatore o anche, talune volte, verso il consumatore-(spesso) produttore.