Il Rapporto I-Com sull’innovazione energetica è ormai giunto alla sua ottava edizione con l’obiettivo di fornire interessanti contributi per una riflessione sia sul posizionamento dell’Italia rispetto ai principali competitor a livello mondiale nella ricerca e sviluppo nel composito mondo dell’energia sia sulle direzioni prese dall’innovazione (non solo tecnologica) in materia di energia, e quindi di ambiente.
Temi che portano a sfide, anche molto complesse, anticipate da rapidi e inaspettati cambiamenti, che il sempre più composito universo dell’energia vede materializzarsi dinnanzi a sé. E che richiederanno senza dubbio un crescente impegno tanto dei soggetti pubblici quanto delle imprese in un’articolata ricerca di nuove soluzioni sistemiche e tecnologiche che riguarderanno non solo la produzione, ma sempre più gli usi, i consumi e finanche i comportamenti dei singoli.
Pertanto quest’anno, proseguendo un’attività avviata nel 2009, con la costituzione di uno specifico osservatorio permanente, e aggiornata di anno in anno, si è ampliato ulteriormente lo spettro d’indagine. Il rapporto 2016 – L’INNOVAZIONE AL CUBO. Energia, mobilità, territori – oltre all’analisi sulla ricerca e lo sviluppo in campo energetico – più che consolidata è ormai l’analisi della produzione brevettuale delle più sviluppate economie europee ed extra-europee e dei principali Paesi emergenti (dove l’Italia non brilla particolarmente e perde il confronto con gli altri Paesi europei) – affiancata da un focus sui brevetti nella mobilità sostenibile, non solo insegue l’innovazione lungo tutta la filiera dell’energia, dalla produzione al consumo passando per la rete e l’accumulo, ma sulla scia dello scorso anno, affronta anche il tema degli usi, dei consumi, delle startup e degli stessi consumatori.
Questi ultimi, infatti, sono destinati ad assumere un ruolo sempre più attivo, anche grazie alla diffusa digitalizzazione, che comporta un’accresciuta e crescente disponibilità di dati ed offre moltissime opportunità. Un fenomeno che interessa anche le nostre città e i nostri borghi destinati a diventare sempre più smart. E nuove potranno essere le occasioni per generare valore sui territori che sono caratterizzati da fenomeni di spopolamento e invecchiamento della popolazione. Non piccole e non poche potranno infatti essere le innovazioni che caratterizzeranno tecnologie e strumenti che popoleranno le abitazioni e i centri abitati del prossimo futuro. Come pure dimostra il fermento che attraversa la mobilità delle persone e il trasporto delle cose, anche in quest’ambito infatti si è – ovunque nel mondo – sempre più tesi a conseguire, con ogni mezzo, una maggiore sostenibilità ambientale. Fatto che comporta anche un conseguente ulteriore, nuovo, sforzo per generare energia da fonti rinnovabili.
Una produzione rinnovabile che perciò deve essere ulteriormente incrementata e contestualmente innovata (esemplare è la possibilità di operare integrali ricostruzioni degli impianti più obsoleti) con opportune iniziative, senza troppo rimpiangere l’irripetibile stagione dei grandi aiuti.
Tra le innovazioni appare fondamentale la questione degli iter autorizzativi, innegabilmente bisognosi di maggior certezza ed efficacia, ma anche degli strumenti di democrazia di prossimità o partecipativa, recentissimamente ipotizzati anche per l’Italia e che, per l’appunto, meritano adeguata attenzione. Indipendentemente dall’esito, peraltro incerto, del referendum sulla Legge costituzionale di riforma della Costituzione.
Per questo nell’edizione 2016 del rapporto sono state analizzate anche forme di partecipazione più evolute, idonee a collocare l’intervento partecipativo lungo tutto l’arco di formazione della decisione e a consentire una incidenza effettiva sulla decisione finale, grazie alla costruzione di un consenso che nasce dallo scambio e dal confronto tra soggetti istituzionali, società civile e attori economici. Coinvolgimento e partecipazione garantiti fin dall’inizio, infatti, contribuiscono non poco a scelte realmente accettate e, dunque, realizzate con efficacia, in tempi ragionevoli. Le esperienze cui guardare non mancano: si tratti di esperienze consolidate, come il débat public francese, o di esperienze più recenti ma a noi più vicine, come la Legge sulla partecipazione della Regione Toscana.
Anche quest’anno dunque, e ancor più dello scorso, l’innovazione nel vasto campo dell’energia a noi pare evolvere non solo in più direzioni ma anche su più dimensioni.