Fotografia dell’Italia digitale: incoraggiante ma non troppo

immagineAnche quest’anno, il consueto Rapporto Reti e Servizi, pubblicato e presentato da I-Com in occasione del convegno tenutosi lo scorso 31 ottobre a Roma, propone un aggiornamento sulla situazione nostrana sul tema digitale.

E, come, di consueto, anche in questa edizione il Rapporto propone un indice sintetico sullo stato di avanzamento dello sviluppo digitale del nostro Paese nel contesto europeo, guardando sia all’offerta che alla domanda digitale fissa.

L’Italia rimane nella parte bassa della graduatoria, ben lontana dal primato del Nord Europa, che vede sul podio Danimarca, Svezia e Lussemburgo. Tuttavia, non mancano i segnali positivi: non tanto in termini di ranking – relativamente al quale avanza di una sola posizione rispetto all’edizione 2016, salendo dalla 23a alla 22a – ma soprattutto riducendo di oltre cinque punti la distanza dal Paese leader. Il punteggio che l’indice assegna al nostro Paese è quest’anno pari a 76,4, un incremento che rende quindi l’Italia meno sviluppata rispetto alla best performer Danimarca di solo il 24%.

Questo avviene grazie soprattutto ai miglioramenti sul piano dell’offerta digitale fissa, dove la copertura aumenta dal 43,9% a ben il 72,3%, un salto in avanti notevole che va quasi a chiudere il gap rispetto alla media europea, ridottosi a soli 3,7 p.p. Quello che per l’Italia ha sempre rappresentato il tallone d’Achille. Se si considera, infatti, solo lo sviluppo dell’offerta digitale, il punteggio dell’Italia appare nettamente superiore (87,9), mostrando una chiara convergenza con i Paesi che da anni dimostrano di essere all’avanguardia in questo senso.

Per entrare più nel dettaglio di quanto è avvenuto nell’ultimo anno in termini di investimenti infrastrutturali, dalla mappatura regionale della diffusione della banda ultra larga (UBB) che il Rapporto 2017 offre – costruita raccogliendo i dati presso gli operatori nazionali, aggiornati al 30 giugno 2017 – emerge una Puglia, con la sua copertura pari all’87% delle unità immobiliari, in cima alla classifica regionale. A seguire il Lazio, dove oramai solo un’abitazione ogni cinque non risulta essere raggiunta dalla rete di ultima generazione. Stupisce invece la Basilicata che, con solo 1 punto di scarto rispetto alla Lombardia, offre oggi una copertura UBB pari al 73%: solo nove mesi prima si parlava di appena un’abitazione su due.

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Da una visione più a 360 gradi, la copertura appare oramai elevata in quasi tutte le regioni – specie quelle del Mezzogiorno – e sono solo 5 quelle in cui la copertura si mantiene inferiore al 50%: Abruzzo (49,9%), Molise (49%), Sardegna (48%), Trentino Alto Adige (44,8%) e, fanalino di coda, la Valle d’Aosta, con solo il 24,3%, appena 3 p.p. in più rispetto all’anno scorso. Anche le province presentano, in larga parte, una buona capillarità della rete: oggi solo in una provincia su tre la rete UBB copre meno della metà delle abitazioni – era circa il doppio a settembre 2016.

Insomma, si potrebbe dire bene. Ma comunque non troppo. Resta il fatto che meno di un comune su due gode della presenza della rete di ultima generazione, esattamente il 43,8% degli oltre 8.000 comuni italiani – che, comunque, rispetto a solo il 16% del 2016, può anche esser letto come un discreto risultato.

Nonostante gli innegabili passi in avanti compiuti, restano in sospeso ancora diversi punti. Tra questi, un dato relativo all’FTTH (fiber-to-the-home) ancora troppo deludente. E se l’offerta riesce in qualche misura a stimolare talvolta anche la domanda – come l’esperienza pregressa di chi opera nel settore conferma, rilevando aumenti nel consumo di dati che vanno dalle 5 alle 7 volte tanto nei clienti passati da una rete DSL ad una in fibra ottica – allora una efficace infrastrutturazione del territorio nazionale potrebbe dare un buon impulso a quella domanda digitale che resta il vero cruccio. È importante dunque proseguire sulla strada intrapresa, con un’attenzione particolare alla rete FTTH, tenendo presenti tutti i vantaggi che una rete digitale tecnologicamente avanzata può generare in termini di sviluppo del territorio, non ultimo il ripopolamento di alcune aree.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata all’Università Commerciale L. Bocconi in Economia, con una tesi sperimentale sull’innovazione e le determinanti della sopravvivenza delle imprese nel settore delle telecomunicazioni.

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