La gestione doganale del futuro passa dalla blockchain. Le sperimentazioni in corso negli Usa e in Cina


Articolo
Domenico Salerno

Nei nostri studi sulla blockchain abbiamo già sottolineato in più occasioni quanto la catena a blocchi possa rappresentare un’importante risorsa nel campo della logistica e della supply chain. L’essere un database decentralizzato e immutabile rende la catena uno strumento perfetto nel tracciamento di tutte le tappe che segue un prodotto durante il proprio viaggio fino agli scaffali dei negozi. Nel prossimo futuro questa tecnologia potrebbe aiutare a gestire in maniera semplice, veloce e sicura i lunghi processi di sdoganamento delle merci, garantendo un importante risparmio sia di tempo che di costi.

Pochi giorni fa l’U.S. Customs and Boarder Protection, l’agenzia deputata alla protezione doganale e di frontiera degli Stati Uniti, ha sottolineato come il Commercial Customs Operations Advisory Committee (COAC), il comitato consultivo sulle operazioni doganali commerciali, abbia concluso un importante ciclo di test sull’utilizzo della blockchain nella gestione delle merci provenienti dalle aree NAFTA e CAFTA. Il direttore dell’Automated Commercial Environment Business Office del CBP Vincent Annunziato, in un intervista, ha affermato: “Stiamo esaminando la tecnologia blockchain per vedere come può essere utilizzata nella supply chain“. Annunziato ha in seguito approfondito: “Abbiamo creato un sistema ibrido che consente la condivisione pubblica dei dati mantenendone la sicurezza. È particolarmente importante per mantenere segreti commerciali e questo è ciò per cui questo sistema è progettato”.

La catena a blocchi, oltre agli USA, potrebbe entrare anche in due dei più importanti porti cinesi, quello di Shanghai e quello Guangdong. La Ideanomics, una delle principali società di servizi fintech statunitensi, ha sottoscritto una Joint Venture con l’Asia-Pacific Model E-Port Network (controllato dall’APEC) che ha come obiettivo lo sviluppo e l’applicazione di un sistema che sfrutta blockchain e Intelligenza Artificiale per semplificare le operazioni di e-Port e gestire in maniera più veloce il traffico doganale.

Il processo di Digital Transformation corre veloce e questi due esempi sottolineano quanto le istituzioni di tutto il mondo abbiano compreso le potenzialità della Distributed Ledger Technology nella gestione e l’erogazione dei servizi.

Chissà che dopo il ministero dell’Istruzione e della Ricerca e il ministero dell’Economia e delle Finanze anche il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non decida di sperimentare la catena a blocchi nella gestione doganale. A Bari è già in corso la sperimentazione per creare il primo porto 4.0 italiano. Il progetto, sviluppato da TIM Fastweb e Huawei, sfrutterà nuove tecnologie come 5G e Intelligenza Artificiale per ottimizzare la sicurezza, controllare gli accessi al porto e gestire la logistica per le operazioni di carico e scarico merci.

Direttore Area Digitale dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nato ad Avellino nel 1990. Ha conseguito una laurea triennale in “Economia e gestione delle aziende e dei servizi sanitari” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e successivamente una laurea magistrale in “International Management” presso la LUISS Guido Carli. Al termine del percorso accademico ha frequentato un master in “Export Management & International Business” presso la business school del Sole 24 Ore.

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