Lo scorso 2 luglio il ministero dello Sviluppo economico (MiSE) ha pubblicato il documento definitivo con le proposte per la “Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale”.
A distanza di circa un anno e mezzo, si è concluso, dunque, il lavoro dei 30 esperti selezionati dal MiSE – di cui ha fatto parte anche il presidente dell’Istituto per la Competitività (I-Com), Stefano da Empoli – che negli ultimi mesi hanno recepito le osservazioni pervenute a seguito della consultazione pubblica terminata nella metà di settembre 2019 (qui un nostro articolo che fa il punto sulla Strategia italiana per l’Intelligenza artificiale prima della conclusione della consultazione pubblica).
La strategia nazionale articolata in tre parti presenta in primis l’analisi del mercato globale, europeo e nazionale dell’intelligenza artificiale (Ia). La seconda parte, invece, descrive gli elementi fondamentali della strategia mentre la terza e ultima parte approfondisce la governance proposta in relazione al contesto nazionale e propone alcune raccomandazioni per l’implementazione, il monitoraggio e la comunicazione della strategia italiana.
Il lavoro degli esperti si è concretizzato in particolare in 82 proposte (anche definite “raccomandazioni”) che tengono conto delle peculiarità del sistema Italia e che tendono a conciliare competitività internazionale e sviluppo sostenibile nel rispetto delle Linee guida etiche della Commissione europea per un’intelligenza artificiale affidabile e antropocentrica. Le proposte/raccomandazioni stilate dal gruppo di esperti hanno, nello specifico, l’obiettivo di “consentire all’Italia di avviare una fase di rinascimento economico, sociale e ambientale, segnato dall’enfasi sulla sostenibilità e dalla trasformazione digitale del tessuto socio-economico e istituzionale del nostro Paese“.
Anche il commento del Sottosegretario allo Sviluppo economico Mirella Liuzzi alla pubblicazione della strategia ha sottolineato l’impegno dell’Italia verso un uso inedito e responsabile dell’Intelligenza artificiale e la capacità di coniugare tecnologia e sviluppo sostenibile, non dimenticando mai di mettere al centro l’individuo e il suo contesto.
Il documento sarà alla base anche della definizione della strategia italiana nell’ambito del Piano Coordinato europeo e prevede la creazione di un Istituto italiano per l’Intelligenza artificiale.
Inoltre, tra i punti principali del piano messo a punto dal MiSE si annovera l’investimento di 800 milioni di euro in 5 anni. A tal proposito si individuano sei aree specifiche in cui l’Italia dovrebbe concentrare i propri investimenti: IoT, manifattura e robotica; Servizi, sanità e finanza; Trasporti, Agrifood, Energia; Aerospazio e difesa; Pubblica Amministrazione; Cultura, creatività e digital humanities.
Al fine di rendere attuative le proposte/raccomandazioni contenute nella strategia si rende però necessario un coordinamento di tutti gli stakeholder del settore, siano essi pubblici o privati, per non vanificare gli sforzi compiuti. Per questo è fondamentale, inoltre, attrarre talenti e distribuire i finanziamenti in modo equo, evitando gli sprechi.