Si chiama Fondo Nazionale del Turismo ed è il nuovo strumento lanciato da Cassa Depositi e Prestiti per sostenere uno dei comparti produttivi che a livello globale, causa Covid, più fatica a ripartire: il turismo, appunto. Basti pensare che tra giugno e agosto, secondo i dati diffusi da Federalberghi, il fatturato delle strutture ricettive nelle sole città d’arte come Roma o Firenze è sceso di una percentuale che oscilla tra il 60 e il 70% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Numeri, questi, che riflettono sicuramente i trend turistici in atto nel nostro Paese: ad eccezione della settimana di Ferragosto, gli arrivi di stranieri in Italia si sono in pratica dimezzati.
Con una dotazione di 2 miliardi di euro, l’obiettivo del fondo è valorizzare gli asset immobiliari, con particolare riferimento agli alberghi storici su tutto il territorio nazionale. Nello specifico, 750 milioni rappresentano la quota di partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti mentre la restante parte sarà messa a disposizione da investitori terzi. Tra questi, il ministero per i Beni e le Attività culturali e il Turismo, che contribuirà con un importo pari a un massimo di 150 milioni (attraverso un apposito fondo istituito con il decreto Rilancio). “Grazie a Cdp nasce oggi un potente strumento per sostenere lo sviluppo del settore turistico“, ha dichiarato il ministro per il Turismo, Dario Franceschini. Che ha poi sottolineato come il comparto rappresenti “uno degli assi portanti dell’economia nazionale al quale il governo ha riservato attenzione sin dal principio dell’emergenza Covid“.
Ma come funzionerà il fondo? Di fatto, parliamo di un vero e proprio salvagente per gli alberghi e le strutture ricettive in difficoltà, che potranno essere rilevati – in tutto o in parte – da Cassa Depositi e Prestiti, insieme al ministero per il Turismo. “Si tratta di un impegno di lungo periodo“, ha rimarcato il presidente di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, sottolineando la determinazione della società guidata da Fabrizio Palermo nel mettere “a disposizione la propria esperienza e capacità di fare sistema e sostenere lo sviluppo dei territori e la competitività del sistema ricettivo italiano“. Tuttavia, sarà una vendita non definitiva. Il Fondo Nazionale del Turismo potrà concedere ai proprietari il diritto di riacquistare l’attività in tempi congrui rispetto alle stime di ripresa del mercato ricettivo internazionale. Inoltre, si legge nel comunicato, “ove possibile si promuoverà il reinvestimento dei proventi della vendita nell’attività di gestione, sostenendo l’occupazione e il miglioramento degli standard qualitativi delle catene alberghiere del Paese“.
“Il lancio del Fondo – ha commentato l’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti – è parte della strategia organica del Gruppo Cdp per il turismo, basata su importanti iniziative nella formazione, innovazione, valorizzazione degli asset immobiliari e promozione del consolidamento dei gestori alberghieri, in linea con il Piano Industriale 2019-2021”. Tra le diverse iniziative messe in campo, ci sono i percorsi di alta formazione professionale per la crescita qualitativa dell’ospitalità Made in Italy, il Fondo Nazionale Innovazione (che ha già finanziato ben 11 start-up che operano in questo comparto) e la creazione di campioni nazionali nella gestione di strutture alberghiere.