Dal tracciamento ai vaccini, la strategia delle istituzioni europee per la seconda ondata


Articolo
Arianna Fantesini
istituzioni

Un’azione decisa a livello europeo basata su test, tracciamento dei contatti e vaccini per contenere l’attuale seconda ondata di contagi da Covid-19. Dopo la raccomandazione che stabilisce criteri comuni per le misure concernenti i viaggi, questa è la richiesta del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, volta a discutere della necessità di intensificare lo sforzo collettivo per combattere la pandemia.

TEST PIU’ RAPIDI

Se si considera che solo la scorsa settimana il numero totale di casi confermati di Covid-19 in Europa ha superato un milione, la necessità di integrare i test RT-PCR (ossia il tampone rinofaringeo) con test antigenici più rapidi (anche se meno efficienti) risulta indispensabile. La prima richiesta di Charles Michel è coordinare quest’ultima tipologia di test a livello europeo e assicurare la loro capacità produttiva per renderli simultaneamente disponibili e accessibili ovunque. Una risposta in questo senso è arrivata direttamente dal presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, che ha annunciato la proposta di un approccio comunitario per l’approvazione e l’utilizzo di test rapidi e lo stanziamento di 100 milioni di euro per il loro acquisto e distribuzione ai 27 Stati membri. Allo stesso tempo, la Commissione ha però chiesto nuovamente a questi ultimi una maggiore condivisione dei dati sulla relativa piattaforma con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).

IL TRACCIAMENTO DEI CONTATTI

Per quanto riguarda il tracciamento dei contatti, il presidente del Consiglio europeo – a pochi giorni dalla conclusione della fase pilota che ha collegato le app nazionali di Italia, Germania e Irlanda – ha sottolineato la necessità di garantire l’interoperabilità delle applicazioni nazionali e di implementare sistemi efficaci di ricerca dei contatti. Proprio su questo tema, Von der Leyen ha poi risposto che ci si aspetta un ampliamento delle connessioni alla rete gateway con ulteriori 18 partecipanti a novembre e, per questo motivo, ha nuovamente invitato i cittadini a scaricare le applicazioni nazionali perché “ogni utente conta, e il successo delle applicazioni dipende dal numero di utenti“. Anche se, da questo punto di vista, è importante non sottovalutare la necessità di potenziare i canali istituzionali (quindi anche le app) per il tracciamento dei contagi a livello nazionale: la garanzia dell’interoperabilità e del numero di utenti non è in grado da sola di superare le criticità legate all’accesso a questi canali che spingono i cittadini a comunicare la positività alla malattia ai propri contatti attraverso canali non appropriati come quelli informali.

LA QUESTIONE VACCINI

Sul tema vaccini, le richieste di Charles Michel riguardano innanzitutto la definizione di criteri per la distribuzione tra i vari Paesi europei e l’identificazione condivisa dei gruppi prioritari a cui somministrarli. Inoltre, considerato che i diversi vaccini che si prevede di introdurre presenteranno problemi di organizzazione e distribuzione, la valutazione e la gestione degli stessi deve essere fatta in anticipo. Infine, la campagna di vaccinazione richiederà non solo un sistema di supervisione per monitorare l’efficacia e gli eventuali effetti collaterali, ma anche una grande attenzione alla comunicazione pubblica per evitare che la disinformazione possa comprometterne la somministrazione. In risposta, il presidente dell’esecutivo Ue ha menzionato innanzitutto la conclusione di tre accordi preventivi e ulteriori negoziazioni per l’acquisto di vaccini che dovranno essere sicuri ed efficaci, e poi la proposta di prorogare per ulteriori sei mesi le esenzioni IVA per l’acquisto di vaccini e kit di analisi. Infine, la comunicazione fatta al Consiglio e al Parlamento, in cui vengono presentati gli elementi chiave che gli Stati membri dovrebbero prendere in considerazione per le loro strategie di vaccinazione. Ai Paesi Ue si chiede, quindi, di lavorare su questo punto e si ricorda che l’approccio all’immunizzazione sarà comunque graduale.

Il presidente del Consiglio europeo ha sottolineato che la richiesta di proposte alla Commissione per garantire il coordinamento (anche se la salute è una questione che riguarda soprattutto gli Stati membri) c’è stata e ha permesso a luglio di raggiungere diversi accordi. Sarebbe chiara quindi la determinazione dei leader nazionali nel sostenere un approccio coordinato a livello europeo per garantire la forza del mercato interno e le catene di approvvigionamento.

Nelle dichiarazioni di Charles Michel e Ursula Von der Leyen senza dubbio si concorda su un punto: solidarietà, cooperazione e coordinamento sono fondamentali perché nessun Paese può affrontare la situazione da solo.

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