Piano vaccini. Come, quando e con chi si parte


Articolo
Maria Vittoria Di Sangro
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La Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al piano vaccini presentato dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, che ha confermato la notizia secondo cui “nei primi giorni di gennaio partirà la vaccinazione di massa“. L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) si riunirà il 21 dicembre, e non più il 29 come era stato annunciato, per decidere in merito all’approvazione del vaccino. Un anticipo dei tempi richiesto anche dal ministro della Salute Roberto Speranza e condiviso dal presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la quale ha annunciato che è “probabile che i primi europei siano vaccinati prima della fine del 2020“.

L’Italia ha diritto al 13,5% del totale delle dosi previste dagli accordi preliminari d’acquisto conclusi dalla Commissione a nome di tutti gli Stati membri sui vaccini prodotti da sette aziende (Pfizer-BioNTech, AstraZeneca, Johnson & Johnson, Sanofi-Gsk, CureVac e Moderna). Nel corso del 2021 all’Italia dovrebbero arrivare quindi 202 milioni di vaccini, in grado di fornire circa un centinaio di milioni di coperture. (Qui il nostro articolo sulle differenze tra i vaccini in arrivo.)

La campagna di vaccinazione partirà con le prime dosi che verranno distribuite da Pfizer e inviate alle regioni. Dopo il Vaccine Day europeo, prima della fine dell’anno e con vaccinazioni simboliche in diversi Paesi, sarà avviata la prima sessione della vaccinazione di massa destinata alle categorie che il governo e il Parlamento hanno stabilito essere prioritarie: operatori sanitari e sociosanitari, personale operante nei presidi ospedalieri, pubblici e privati, ospiti e personale delle residenze per anziani.

Rispetto alle valutazioni che avevamo fatto, saremo pronti a partire con alcuni giorni di anticipo con la somministrazione delle prime dosi di vaccino“, ha confermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, sottolineando quindi l’importanza di “essere pronti con i piani regionali“.

Nel programma, messo a punto dal Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, è stata già fatta una prima ripartizione sulla base dei numeri trasmessi dalle regioni. I governatori hanno assicurato che entro qualche giorno invieranno il dato definitivo sulla base delle adesioni ricevute, visto che la somministrazione del vaccino, anche per il personale sanitario pubblico e privato, resta volontaria.

Verranno consegnate il 90% delle richieste di dosi avanzate dalle regioni e questo perché non si vaccinerà il 100% del personale sanitario, come era stato previsto. Secondo il piano, la prima fornitura sarà di 1.833.975 di dosi, mentre la seconda di 2.507.700. Sarà la Lombardia a riceverne la maggiore quantità: la regione di gran lunga più colpita dall’epidemia ne avrà ben 304.955, secondo l’ufficio del commissario straordinario per l’emergenza Arcuri. Seguono Emilia Romagna (183.138 dosi), Lazio (179.818), Piemonte (170.995), Veneto (164.278) e Campania (135.890). In coda la Valle d’Aosta con 3.334 dosi.

Mentre la data di inizio della seconda tranche di vaccinazioni è ancora da definirsi, non mancano le prime polemiche da parte delle regioni. La Campania si è opposta ai criteri individuati per la suddivisione delle dosi. “Nel corso della riunione delle regioni con i ministri Boccia e Speranza e il commissario Arcuri, la regione Campania oggi ha espresso netta contrarietà a un Piano di attribuzione dei vaccini per la prima fase, non commisurato a criteri oggettivi di fabbisogno”, si legge in una nota della regione.

La distribuzione sarà mirata, con un numero preciso di dosi da stoccare in ciascun punto di somministrazione. A chiederlo è stata la stessa Pfizer che in prima battuta si incaricherà di distribuire il vaccino nei circa 300 punti vaccinali indicati per rispettare la catena del freddo. Nelle fasi successive le dosi verranno depositate nell’aeroporto di Pratica di Mare, individuato strategicamente per diventare un hub nazionale, e da lì distribuite con mezzi e personale delle forze armate. “Siamo pronti anche in caso di anticipo Ema. Non perderemo neanche un minuto di tempo e non lasceremo nei nostri magazzini nemmeno una dose di vaccino”, ha dichiarato Arcuri in un’intervista al Corriere.

Sulle previsioni del piano vaccini è intervenuto Massimo Antonelli, componente del Comitato tecnico scientifico e direttore del Dipartimento anestesia e rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma: “La somministrazione di massa del vaccino non è realistica né da noi, né in nessun Paese”. E sulla disponibilità di dosi per tutti, ha aggiunto: “È vero che in un primo tempo ci sarà una disponibilità di vaccini per una porzione limitata della popolazione, ma è altrettanto vero che nel frattempo gli altri vaccini arriveranno, quindi prevedere che per la fine di settembre avremo vaccinato solo 19 milioni di italiani è prematuro”.

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