Il gas naturale tra contese geopolitiche e scenari di transizione energetica


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Michele Masulli
gas naturale
Credit: Pixabay

Il presidente della Banca europea per gli investimenti, Werner Hoyer, nella conferenza stampa annuale è stato drastico: ”Il gas è finito”. Non a caso il gas beneficia di un sostegno limitato da parte della Bei: soltanto le centrali elettriche che emettono meno di 250 grammi di CO2 per chilowattora risultano ammissibili ai finanziamenti della banca, che intende eliminare prima della fine dell’anno le forme di sostegno ai combustibili fossili. Tuttavia, se l’introduzione di più ambiziosi obiettivi per le politiche climatiche europee richiede una riduzione del consumo di gas naturale al 2030 di almeno il 25%, d’altra parte risulta difficile negare che il gas rappresenterà per i prossimi decenni una quota importante del mix energetico e svolgerà una funzione di riguardo nell’accompagnare la transizione ecologica.

Non ci stupiamo, pertanto, se le vie del gas naturale si trovano oggi al centro di contese geopolitiche che coinvolgono alcuni tra i maggiori Stati al mondo. È la fattispecie di Nord Stream 2, il gasdotto sottomarino sulla tratta Russia-Germania che ha l’obiettivo di raddoppiare la capacità dell’attuale Nord Stream attraversando il Mar Baltico e aggirando l’Ucraina, che perderebbe consistenti tariffe di transito. Quest’opera è avversata da tempo dagli Stati Uniti, che manifestano il rischio per l’Unione europea di accrescere la propria dipendenza dal gas russo e che per provare a fermarla hanno irrogato nel tempo diverse sanzioni. Le ultime sono nei confronti della società russa Kvt-Rus, proprietaria della nave che si sta occupando della posa dei tubi nelle acque danesi, ma già in precedenza l’operatore tedesco di ingegneria Bilfinger, l’assicuratore svizzero Zurich e la società di certificazione norvegese Dnv-GL avevano fatto venire meno la propria partecipazione al progetto sotto la minaccia di sanzioni che avrebbero colpito i beni societari e impedito ai cittadini statunitensi di fare affari con loro. Anche il contractor svizzero-olandese Allseas aveva interrotto la posa dei tubi sotto pressioni americane.

Se la Germania continua a ritenere Nord Stream 2 strategico per i propri interessi, in seguito alla vicenda che sta riguardando Aleksej Navalny, all’interno delle istituzioni tedesche va assumendo forza la linea di opposizione al nuovo gasdotto, anche per le pressioni europee. Il Parlamento europeo, infatti, dopo l’arresto di Navalny, ha approvato a larghissima maggioranza una risoluzione che chiede al governo tedesco di fermare il completamento dell’opera, a cui mancano 150 chilometri circa per essere terminata. Più in generale, il Parlamento chiede alle istituzioni europee e agli Stati membri di rivedere criticamente i rapporti con la Russia in tutte le piattaforme di cooperazione. Nord Stream 2 non sfugge a questa indicazione.

Nel frattempo, il mercato italiano del gas si fa più liquido. Si è recentemente invertita la tradizionale rotta del gas, che vede l’Italia come grande importatore. Le tensioni sui mercati del gas nordeuropei e un’offerta di Gnl più ridotta (la produzione di gas della Danimarca ha raggiunto a dicembre i livelli minimi dal 1980) contrapposta alla molteplicità di forniture per l’Italia e all’avvio di TAP hanno prodotto un ribaltamento del differenziale di prezzo tra l’hub italiano Psv e quello olandese Ttf, tradizionalmente sfavorevole per il Belpaese. Perciò, nel precedente week end più di 33 milioni di metri cubi di gas hanno attraversato il punto di interconnessione di Passo Gries, al confine con la Svizzera, per raggiungere i mercati tedesco, francese e olandese. Si tratta di un volume di gas mai conseguito dall’avvio della possibilità di reverse flow nel 2018 e in precedenza non registrato neanche nell’arco di un mese.

Si segnala anche che Gnl Italia e Snam 4 Mobility hanno ottenuto dalla Commissione europea l’approvazione del progetto Bio-Lng 4 Italy che prevede l’installazione di otto stazioni di rifornimento bio-Gnl/Gnl, di un impianto di microliquefazione del gas naturale e del biometano da gasdotto nel Sud Italia e baie di carico per autocisterne Gnl al terminale di Panigaglia. Su 23,5 milioni di euro, la Commissione garantirà un finanziamento di 1,9 milioni di euro a valere sui fondi Cef Transport.

Ricopre attualmente il ruolo di Direttore dell’area Energia presso l’Istituto per la Competitività (I-Com), dove è stato Research Fellow a partire dal 2017. Laureato in Economia e politica economica presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, successivamente ha conseguito un master in “Export management e sviluppo di progetti internazionali” presso la Business School del Sole24Ore. Attualmente è dottorando di Economia applicata presso il Dipartimento di Economia dell'Università degli Studi di Roma Tre. Si occupa principalmente di scenari energetici e politiche di sviluppo sostenibile, oltre che di politiche industriali e internazionalizzazione di impresa.

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