L’adozione dell’intelligenza artificiale nelle imprese italiane sta vivendo una fase di accelerazione, sebbene ci siano ancora ampi margini di miglioramento.

Nel 2024 l’8,2% delle imprese italiane con almeno 10 addetti ha dichiarato di aver usato almeno una tecnologia IA, rispetto al 5% del 2023. Tuttavia, tale miglioramento, seppur significativo, risulta insufficiente a colmare il divario con la media europea (13,5%) e con i principali Paesi UE. La Germania ha raggiunto, infatti, un livello pari al 19,7%, più che doppio rispetto all’Italia. Anche Spagna (11,3%) e Francia (9,9%) hanno mantenuto un buon vantaggio rispetto al nostro Paese.

Percentuale di imprese che utilizza almeno un tecnologia IA (2024)

Fonte: Eurostat

Sono state soprattutto le imprese di medie dimensioni (50-99 addetti) a compiere un passo significativo nell’adozione dell’intelligenza artificiale. Infatti, il 14% ha dichiarato di aver utilizzato almeno una tecnologia IA, segnando un incremento di 8,4 punti percentuali rispetto al 2023. Inoltre, continua a crescere in modo sostenuto la quota di grandi imprese (250 addetti e oltre) che utilizza tecnologie IA, che è passata dal 24,1% del 2023 al 32,5% del 2024. Si sottolinea, tuttavia, che l’adozione dell’intelligenza artificiale è aumentato nelle imprese di ogni dimensione.

LE TECNOLOGIE IA PIÙ UTILIZZATE DALLE IMPRESE ITALIANE E I SETTORI ECONOMICI PIÙ ALL’AVANGUARDIA

Le tecnologie IA maggiormente utilizzate dalle imprese italiane includono: l’estrazione di conoscenza e informazione da documenti di testo o text mining (54,5%), la generazione del linguaggio naturale (45,3%) e la conversione della lingua parlata in formati leggibili da dispostivi informatici attraverso tecnologie di riconoscimento vocale (39,9%). Seguono il machine learning, deep learning e reti neurali (31,1%), l’IA per l’automatizzazione dei flussi di lavoro (28,1%), per il riconoscimento delle immagini (25,4%) e per il movimento fisico delle macchine (10,4%).

Tra i settori economici più all’avanguardia, si riconferma al primo posto l’informatica con il 36,7% delle imprese che nel 2024 ha utilizzato almeno una tecnologia IA (23,6% nel 2023). La produzione cinematografica ha sorpassato le telecomunicazioni con il 28,3% di imprese che lo scorso anno ha fatto uso di almeno un software o sistema IA.

I primi dieci settori economici che utilizzano almeno un sistema di IA (% di impese)


Fonte: Istat

Infine, gli ambiti aziendali in cui vengono più spesso adottati sistemi di intelligenza artificiale sono: il marketing e le vendite in cui il 35,7% di imprese italiane ha fatto uso di questi strumenti nel 2024, l’organizzazione dei processi amministrativi aziendali (28,2%) e le attività innovative e di ricerca e sviluppo (24,6%).

GLI INVESTIMENTI IN IA DA PARTE DELLE IMPRESE ITALIANE

L’interesse nei confronti dell’IA da parte del sistema produttivo italiano, oltre ad evidenziarsi nei dati di utilizzo che confermano una crescita di queste tecnologie, si evince anche nelle intenzioni di investimento. Infatti, un quinto delle imprese italiane ha programmato di investire in IA nel prossimo biennio, in aumento di 15 punti percentuali rispetto alla quota di imprese che ha investito in IA tra il 2021 e il 2024.

L’informatica risulta essere il settore maggiormente propenso ad investire in IA, con il 55% delle imprese intenzionata a fare investimenti materiali e immateriali nel biennio 2025-2026 sulle tecnologie di intelligenza artificiale. Seguono le attività editoriali (47,1%) e il settore delle telecomunicazioni (43,6%).

Segnali incoraggianti sul fronte degli investimenti in IA provengono anche dall’ultimo AI Index Report della Stanford University, secondo cui l’Italia rientra per la prima volta in assoluto tra i primi 15 Paesi a livello mondiale per volume di investimenti in IA.

Investimenti privati in IA, per area geografica (2024)


Fonte: Stanford University

CONCLUSIONI

L’IA può essere un motore potente per l’innovazione del tessuto imprenditoriale italiano. Tuttavia, l’adozione dell’intelligenza artificiale nelle imprese italiane richiede una combinazione di investimenti nelle persone, nelle infrastrutture e nelle tecnologie complementari, nei processi aziendali. L’adozione dell’IA parte con le persone, per questo è importante che le imprese investano in formazione e sviluppo di competenze.

Inoltre, l’implementazione delle soluzioni IA richiede infrastrutture tecnologiche adeguate; pertanto è fondamentale che le imprese investano in hardware, software, cloud computing e piattaforme di big data per sfruttare al massimo il potenziale dell’IA. Infine, è indispensabile creare partnership con startup innovative e centri di ricerca che si occupano di intelligenza artificiale per consentire alle aziende di avere accesso a soluzioni avanzate e di favorire la condivisione di conoscenze nonché le sinergie tra imprese. Anche la collaborazione con le istituzioni pubbliche può giocare un ruolo chiave nel favorire l’adozione dell’intelligenza artificiale.

Occorre, dunque, un approccio olistico e ben strutturato affinché le aziende italiane possano trarre vantaggio dalle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale per diventare più competitive e innovative nel mercato globale.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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