I reati in Italia durante il lockdown. In deciso aumento il cybercrime


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Camilla Palla
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Lo scoppio della pandemia da Covid-19 ha portato con sé una serie di conseguenze e mutamenti significativi nelle economie e società europee. Le misure di lockdown imposte da tutti i governi europei hanno comportato una serie di cambiamenti profondissimi nello stile di vita e nei comportamenti dei cittadini in tutto il mondo.

Un effetto rilevante prodotto dalla pandemia e dalle misure ad esso collegate consiste nell’andamento dei reati in Italia nei primi mesi del 2020. Il ministero dell’Interno ha pubblicato il Report sulla delittuosità in Italia per il periodo gennaio-maggio 2020, proponendo un confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato estremamente interessante che emerge dal report è la generale diminuzione della delittuosità sul territorio nazionale, su base annua, dei cosiddetti reati “tradizionali”, accompagnato parallelamente da un decisivo aumento di quello informatici per lo stesso periodo di riferimento.

In effetti, alcune categorie di reati sono di fatto diminuiti significativamente: il calo riguarda reati quali i furti in genere (- 43,8%) e, anche se in misura inferiore, le rapine (- 34,6%). Tale diminuzione generalizzata riguarda allo stesso modo i furti in abitazione, i reati connessi agli stupefacenti, i maltrattamenti in famiglia. Le regioni che hanno registrato un calo maggiore rispetto alle altre in termini di incidenza dei reati sul periodo di riferimento sono state Lombardia e Veneto, le prime ad aver adottato le misure di lockdown per contenere la diffusione del virus. Il trend osservato sembra però iniziare a mutare dalla metà di maggio, con il passaggio cioè alla cosiddetta fase due.

Se dunque si è assistito a una diminuzione oggettiva dei reati di cui sopra, in controtendenza, invece, sono i delitti informatici, rispetto ai quali si è riscontrato un trend in deciso aumento del 12,5%, con 6.475 delitti commessi nel 2019 a fronte dei 7.283 del 2020.

Il Cnaipic (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche), unità della Polizia Postale dedicata per l’appunto alla supervisione dei reati informatici, ha monitorato l’andamento di questo tipo di reati per tutto il periodo della quarantena. Alla categoria appartengono numerose fattispecie di delitti, tra le quali truffe online, false raccolte fondi, siti web che diffondono fakenews e malware. La Polizia postale ha denunciato negli ultimi giorni 184 casi di truffe on line e 190 per cybercrime o reati on-line contro la persona.

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